ANCORA
SU CAPIROSSI, L'APRILIA ED UN SOGNO SVANITO
Ora, che del grande sogno di avere Capirossi sull'Aprilia RS3
si può parlare al passato, è il momento delle recriminazioni.
Si lamenta non il pilota, ma il suo manager, Carlo Pernat, che mentre
ribadisce il suo ruolo, dopo aver lavorato nel corso del 2001 poco più
che da suo ufficio stampa, intervenendo sempre in seconda battuta, accusa
la casa veneta di scarsa professionalità nelle trattative.
Può esser vero. Ma dov'era Pernat quando, a Valencia, Leandro
Scomazzon, braccio destro di Ivano Beggio, fece il primo contatto con
Loris? E perché nessuno, in quel momento, ritenne di dar credito
a quella mano tesa?
E' pur vero, però, che da quel momento in poi ci fu il silenzio
e per due lunghi mesi i vertici Aprilia addirittura disertarono il motomondiale
lasciando solo, in pista, il loro "Commissario Politico",
Aldo Gandolfo.
L'Aprilia, ovviamente, si difende, minimizzando queste colpe e giocando
a ping -pong con le responsabilità.
"Cosa si può dire di una trattativa - spiega un loro portavoce
- nella quale la sera ci si mette d'accordo su di una cifra che al mattino
dopo questa viene ribaltata ed aumentata?".
Non si può dir niente, si potrebbe aggiungere, ma solo perché
ciò conferma in chiunque abbia - per qualsiasi motivo - avuto
una parte da spettatore in questa vicenda un senso di profondo disagio.
E l'impressione che se volontà ci sia stata di celebrare questo
matrimonio, quantomeno gli officianti non erano le persone giuste, o
le più adatte, o le due cose assieme, per farlo.
La realtà, infatti, è che questo accordo, anzi questo
matrimonio fra l'Aprilia e Capirossi, era desiderato dalle parti in
causa, ma troppi erano gli ostacoli da superare e gli ostacolisti niente
affatto convinti che valesse la pena mettere da parte inimicizie ed
attriti personali per saltarli.
Il risultato, comunque, è che l'unica cosa che doveva (e poteva)
esser fatta, non è stata fatta. E' duro, dirlo, ma delle volte,
purtroppo, il valore delle persone è misurato proprio dai risultati,
non dalle intenzioni. D'altro canto è anche vero che non si può
esser al meglio in cento gare e, sia da una parte che dall'altra, sia
cioè dalla parte di Pernat - manager senza poteri esclusivi -
che da quella dell'Aprilia, Casa senza manager con competenza specifica,
hanno corso cavalli stanchi.
Forse, in questo momento, l'unica soluzione è quella di trattarli
come il grande Varenne, che al suo rientro in pista ha "rotto"
ben tre volte, ma nessuno se ne è accorto. Noblesse oblige.
14/12/2001