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QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO
DELLA BANDIERA GIALLA IN AUSTRALIA Ciò descrive perfettamente la situazione che si è venuta a creare a Motegi quando la Grand Prix Commission ha emesso un comunicato-scaricabarile sui fatti di Phillip Island. Cioè sul pasticciaccio della bandiera gialla esposta per la caduta di Carlos Checa e non rispettata da Valentino Rossi nel sorpasso ai danni di Casey Stoner. Senza entrare nel merito dell’esposizione corretta o meno della bandiera, è evidente infatti che la regola esistente – assenza di sanzione solo se il pilota consente l’immediato controsorpasso, evidenziandolo alzando una mano - non è stata applicata in modo corretto dalla ormai mitica Grand Prix Commission. Soprattutto la GPC non ha emesso alcun comunicato, né durante
né dopo la gara (come già fatto peraltro dopo il GP della
Turchia fra De Angelis e Barbera), per prendere una posizione e stabilire
il principio della legalità. Invece di prendersi le proprie colpe, però, la GPC ha avuto la bella pensata di scaricarle sull’ignoto commissario di pista di Phillip Island, e dunque sull’organizzazione, che altro non ha fatto che operare come un semaforo. Incidente uguale bandiera gialla. Esattamente come deve essere perché non spetta al commissario di pista valutare la gravità dei fatti, altrimenti saremmo continuamente di fronti ad arbitrii impossibili da gestire. Come di consueto, dunque, la GPC ha aggiunto errore ad errore, confermando di non avere la cultura per gestire un regolamento, che è un insieme di norme con valore giuridico, che vanno applicate, magari interpretate, ma mai disattese o stravolte. Perché se è vero che una applicazione pedissequa, che non tenga in alcun conto delle circostanze a cui dovrebbe essere ricondotta, può portare a commettere ingiustizie - “Summum ius, summa iniuria”, scriveva Cicerone nel suo De officiis, volendo dire che il massimo della legge può equivalere ad il massimo dell’ingiustizia – è altresì innegabile che il modo di operare della GPC è totalmente inaccettabile. Se del caso, un comunicato sulla legalità del sorpasso con relativo
controsorpasso, fra Rossi e Stoner doveva essere emesso DURANTE il Gran
Premio. Preceduto da una informativa alle rispettive squadre coinvolte.
Non certo una settimana dopo. Questo per rispettare i diritti di tutti
i partecipanti.
La Grand Prix Commission composta da Carmelo Ezpeleta (Dorna, Chairman), Claude Danis (FIM), Hervé Poncharal (IRTA) e Takanao Tsubouchi (MSMA), alla presenza di Paul Butler (Segretario), in un meeting straordinario tenutosi al Twin Ring Motegi, ha deciso all’unanimità il seguente comunicato: In seguito ad una lunga e franca discussione con tutte le parti coinvolte nel Campionato del Mondo FIM (FIM, MSMA, IRTA, Dorna), a proposito dei problemi venuti alla luce in occasione del GP d’Australia tenutosi a Phillip Island il 17 settembre 2006, c’è stato il consenso di tutte le parti nell’esaminare con attenzione il regolamento e le procedure in modo da evitare nel futuro l’incorretta applicazione delle regole relative ai sorpassi proibiti in regime di bandiere gialle. Una immediata azione è stata presa con l’invio di una lettera
alla Direzione di Gara dell’organizzazione australiana a causa degli
errori dei loro commissari che hanno causato la controversia.
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