DOVE
SI PARLA DI UNA CLAMOROSA GAFFE DELLA YAMAHA E DI UN MATRIMONIO PIÙ
ANTICIPATO DI QUELLO DI RENZO E LUCIA
Come
li vogliamo chiamare, sbadati? oppure sarebbe meglio definirli ansiosi?
Qualunque aggettivo si scelga, per catalogare l’incredibile gaffe
del sito ufficiale Yamaha http://www.yamahamotogp.com/ che, prima della
Befana, si è presentato ai visitatori con la scritta ‘Welcome
to YamahaMotoGP.com - The Camel Yamaha Factory Racing 2006 Media website’
, si fa torto alla professionalità del webmaster che sicuramente
non ha inserito il nome “CAMEL” con leggerezza prima di quello
del team di Valentino Rossi.
E dunque? Due coincidenze fanno un indizio, direbbe l’ispettore
Poirot, lapsus freudiano, potrebbe aggiungere qualcun altro.
In realtà si è trattato, probabilmente, solo di un misunderstanding.
Un problema di comunicazione, fra chi pensava che fosse ormai fatta, fra
l’ex sponsor della Honda (e di Biaggi) e la Yamaha e chi, invece,
ha ritenuto opportune posporre l’annuncio del segreto peggio tenuto
di q uesto inverno.
Già perché si parlava di questo matrimonio già sulla
“Quinta Colonna” del 20 dicembre scorso, tanto che, interrogato
in proposito, Davide Brivio - team manager della casa di Iwata - spiegava:
“Al momento non possiamo parlare. Gli avvocati di Yamaha ed Altadis
(Gauloises) sono ancora al lavoro, per cui è preferibile non dire
nulla. Ad oggi i programmi sono quelli di correre con i colori societari
ma, certo, ci piacerebbe avere uno sponsor. Le moto disponibili sarebbero
due, perché a questo punto non credo che la Yamaha nel 2006 possa
schierare quattro moto.
La porta aperta, dunque, c’era e poiché Roma non è
stata fatta in un solo giorno si deve supporre che mentre la Camel trattava
per portare a termine l’operazione Biaggi-Kawasaki, rimasta ferma
ai box per i noti problemi con la Bridgestone, qualcuno si sia preoccupato
di cercare un’uscita di sicurezza.
Qualora fosse andata proprio così – scrivevamo - “qualcuno
potrebbe obiettare che si tratterebbe di un vero e proprio tradimento,
da parte della JTI…in realtà la casa di tabacchi ha appoggiato
sino all’ultimo Max Biaggi e se le cose non sono andate esattamente
come qualcuno avrebbe voluto, le responsabilità sono da dividersi
fra varie persone”.
Le ha indicate, queste persone, il presidente della JTI Europa, Roberto
Zanni, e non vale la pena ripeterle.
Si può ricordare, però, una frase dello stesso Zanni riportata
nel comunicato con il quale la Camel annunciava la fine del sogno di Max
Biaggi di continuare nella MotoGP: “I successi raccolti, le emozioni
vissute insieme sono state, e sono, un grande stimolo per il nostro Gruppo.
Rappresentano un punto fermo della storia di Camel nel mondo delle competizioni
che, proprio per questo motivo, deve proseguire”.
Cosa avrebbe dovuto dire di più il manager della JTI?
Certo, c’è il legittimo dubbio che siano stati valutati parallelamente
i due investimenti, quello con la Kawasaki e quello con la Yamaha, ma
in realtà la casa di tabacchi non è mai stata veramente
libera di scegliere.
Ed è questo il punto. L’unico sul quale ci si dovrebbe soffermare.
Quello sul quale la Dorna e la FIM dovrebbero al mondo degli appassionati
una risposta.
(9/1/2006)
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