DOVE
SI PARLA DI UN CONTRATTO, DI CAPRICCI E DI DEI IN PENSIONE
Doveva
essere chiuso a fine luglio - al massimo - il contratto fra Valentino
Rossi e la Honda. Non l'aveva detto un cretino, ma Suguru Kanazawa,
il Geronimo della HRC. Parole al vento: si viaggia verso fine settembre
e della firma nemmeno l'ombra.
In compenso fra i "no comment" di Vale a Rio, e le dichiarazioni
pacificatrici
del
mediatore Carlo Fiorani si capisce solo una cosa: qualcuno fa i capricci.
''Voglio pensare al titolo e a vincere più gare possibili. Ce
ne sono cinque in poche settimane, non ho tempo di pensare ad altro'',
dice Rossi, con i capelli giallo-verdi come la bandiera brasiliana.
''L'ultima versione del contratto, successiva agli ultimi colloqui del
Portgallo, è nelle mani dei nostri avvocati in Giappone. Ho ricevuto
ieri la proposta corretta e l'ho inviata nuovamente a Tokio con le mie
osservazioni, attendo un'altra approvazione prima di consegnarla a Rossi'',
ribatte il manager romano.
Sulle percentuali di successo delle trattative, ormai si scommette.
''E' inutile dire che manca un 10 o un 20 per cento alla firma. Diciamo
così per dire che siamo vicini. Mancano almeno un paio di punti
che non sono formali ma sostanziali. Se troveremo l'accordo su questi
punti sostanziali bene, altrimenti si discuterà ancora o non
si farà il contratto'.
Qualcuno di sicuro fa i capricci. Oppure li fanno tutti e due.
E', forse, questa la versione più probabile, perché sia
la Honda che Rossi - a ragione o a torto - sono convinti di poter fare
a meno l'uno dell'altro. E se rimarranno assieme sarà un puro
fattore di convenienza. Non c'è amore, e fin qui passi, ma nemmeno
rispetto reciproco. E questo è più grave.
Valentino, ai giapponesi, rinfaccia di essere monolitici. E soprattutto
di dare vita, carattere e personalità ad una cosa che per lui
è solo metallo inanimato: la moto, l'Honda. Loro a lui, rimproverano
proprio questo: non rispettare con il mezzo, il Mito e le mille anime
di una due ruote leggendaria. Ma tant'è, questi sono i fatti.
E se non siete convinti che sia così si può leggere nell'ultima
polemica Rossi-Biaggi il resto della verità.
Max dice: "Rossi rimarrà lì dov'è perché
gli conviene. Fosse convinto di poter fare senza la Honda, cambierebbe".
Vale replica: "''Biaggi è sempre una volpe, bugiardo quando
parla ai giornali o alla televisione. Tutto ciò che dice ha sempre
un fine. Ma io di certo non cambio idea per lui, non mi faccio condizionare
dalle sue dichiarazioni. Per Max sarebbe molto meglio che io restassi
alla Honda: così potrà continuare a dire che lo batto
solo perchè io ho la moto migliore. Non devo dimostrare di essere
il più forte. Non cambierebbe idea nemmeno se lo battessi con
la Proton".
Si potrebbe pensare, a questo punto, che Rossi rimarrà alla Honda
solo per far venire l'orticaria a Biaggi. Ma egualmente si potrebbe
affermare che se ne andrà perché lui non è tipo
da farsi condizionare. Già, perché la frase di Valentino,
si può leggere nei due sensi. Per questo Biaggi rincara la dose:
"''Il team di Valentino vinceva prima che arrivasse Rossi, con
i vari Gardner, Doohan e anche con Criville quando Doohan s'è
infortunato gravemente, e vincerà anche senza di lui. Semplicemente
perché è la squadra migliore con la moto migliore. Questa
è una realtà sotto gli occhi di tutti".
Potrebbero continuare all'infinito, Max e Vale, a spararsi bordate,
ma a ben guardare ciò accade unicamente perché gli dei
del motore a scoppio, dei quali Suguri Kanazawa è il misero rappresentante
terreno, non hanno, loro, sì, il coraggio per fare ciò
che la logica, lo spettacolo e lo sport richiederebbero: dare ad entrambi
i duellanti le medesime armi per battersi. Strano, perché lo
fecero, ma in F.1, con Prost e Senna ai tempi della McLaren.
Si vede che gli dei di quel tempo sono andati in pensione.
18/9/2003