DOVE
SI PARLA DI MODE LANCIATE DA MELANDRI E RIPRESE DA ROSSI. DI COME NON
CI SIA NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE – SPENCER INSEGNA – E
DELLE FRUSTRAZIONI DI NICKY HAYDEN
Marco Melandri ha lanciato una moda che nessuno si è aspettava.
Soprattutto nessuno aspettava che a seguirla fosse, da subito, Valentino
Rossi.
La modo, ovviamente, è quella del ritorno al passato, e non parliamo
di pantaloni a zampa d’elefante o di maglioncini girocollo, bensì
di moto in versione 2005.
Suona incredibile, questo fatto, dopo che durante l’ inverno i migliori
piloti della MotoGP hanno percorso, ognuno, fra i 4000 ed i 5000 Km, per
non parlare di quelli dei collaudatori, eppure è andata proprio
così.
Il primo a volere tornare in sella alla MotoGP grazie alla quale ha vinto
due Gran Premi, ad Istanbul ed a Valencia è stato Melandrino, che
addirittura ci ha corso il primo GP della stagione, il secondo, come dicevamo,
addirittura il campione del mondo.
Per dirla tutta l’arrivo della M1 in versione 05 dai magazzini del
reparto corse Yamaha di Gerno di Lesmo non è stata una novità
assoluto. Freddie Spencer, nei lontani anni ’80, chiese ed ottenne
dalla Honda di tornare in sella alla sua NSR tre cilindri iridata perché
l’ultima Honda proprio non andava. Oggi però è diverso
perché si spendono veramente milioni in sviluppo e casi come questi
minano alla base l’attendibilità stessa del termine “evoluzione”.
Ma è poi vero anche questo? Difficile dirlo, in realtà le
versioni 06 dei prototipi sono, nella maggior parte dei casi, definite
evoluzioni proprio perché si differenziano pochissimo dai modelli
precedenti: un centimetro qui, un millimetro lì. I motori cambiano,
questo sì, all’interno. E nel caso della Yamaha anche di
parecchio. Comunque alla fine questo ritorno al passato non ha portato
altro che confusione: Melandri è uscito dalla gara, e dai test
successivi, ancora senza avere le idee chiare, mentre Gresini, il suo
team manager, premeva per saltare nuovamente in sella al futuro. Per quanto
riguarda Rossi, il campione del mondo ha immediatamente capito che indietro
non si torna. A convincerlo è stato un esperimento incrociato:
quando ha montato la vecchia forcella Ohlins sulla nuova M1, questa ha
continuato a vibrare in curva. A questo punto Valentino, fatto il suo
lavoro, ha consegnato i dati ai suoi ingegneri. Della serie: “pesateci
voi, vecchi”. Alla faccia delle indicazioni perfette e dei supercalcoli
al computer, si andrà avanti con il caro e vecchio sistema del
“prova e sbaglia”. In pratica: alla cieca ed il risultato
quando arrivera, e se arriverà, sarà risultato del caso.
Non certo dell’intuito, dell’esperienza o dell’intelligenza.
Ma va bene così.
“Mi sono dovuto un po’ riadattare, perché la vecchia
M1 si guida diversamente – ha spiegato Rossi - però non ha
chattering. Pensando che fosse un problema di forcella abbiamo messo la
Ohlins del 2005 sulla M1 nuova, ma il saltellamento è rimasto.
In compenso ho avuto la conferma che il nuovo motore spinge proprio di
più. Comunque questa prova comparativa ci voleva. La stabilità
in frenata, per esempio, l’abbiamo migliorata molto e, in questo
test, abbiamo anche trovato un po’ più di trazione, spostando
il peso maggiormente all’indietro. Quindi la prova è servita.
Ora analizzeremo i dati e decideremo cosa fare in vista del Qatar. Peraltro
a Losail la M1 non vibrava, per cui...però non abbiamo ancora deciso
se portare anche lì la moto 2005. Il problema, in questo caso,
e che non ci sono ricambi per farla correre. E’ vero che si possono
sempre fare ma le moto vanno spedite ora...sono tante le cose a cui pensare...per
esempio: il nuovo telaio è più morbido di quello vecchio,
quindi la 05 dovrebbe vibrare più della 06, ma non è così!
E’ un mistero”.
Con il medesimo mistero, ma con una moto diversa Melandri ha fatto una
analisi molto simile a quella dell’amico-avversario.
“Mi piace di più la vecchia RC211V, ma i tempi della nuova
sono equivalenti, anche se nella guida sono meno a mio agio. Forse però
conviene passare definitivamente al nuovo modello perché ha più
possibilità di sviluppo”.
Mentre i nostri due eroi si interrogavano sul rispettivo futuro, intanto
Nicky Hayden si smazzava il solito chilometraggio da autotrasportatore
in sella al vero prototipo Honda, quella RC211V “Brno Type”
che ha solo lui. Non gli piace, preferisce l’evoluzione 2006 data
a Pedrosa, ma tant’è: è il numero uno dell’HRC
ma non ha voce in capitolo.
Forse per questo, per la rabbia o la frustrazione, alla fine del test
ha piazzato anche lui una gommetta da tempo ed ha polverizzato la concorrenza
con un 1.39.910.
La stampa amica, specie quella americana, dice che la Honda sta sacrificando
Nicky affinché prepari la moto per il pilota del futuro, Dani il
piccolo.
Sia vero o meno, è sicuramente credibile.
Comunque, per fortuna, il mondiale è finalmente partito. E poiché
l’avevamo tenuto alla briglia per troppo tempo, ha preso la direzione
che vuole lui. Dopotutto, non è affatto una cosa negativa.
(28/3/2006)
|