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MOTOMONDIALE OLTREOCEANO La stessa parola ha un significato ben diverso per tutti coloro che in un modo o nell’altro sono legati all’ambiente del Campionato del Mondo della MotoGP. Oltreoceano sono le gare al di fuori dell’Europa, lontanissime da casa e senza il supporto logistico dei camion officina e delle hospitality. Per quasi tutti, mentre cibi e vini esotici sono inevitabili, i voli di certo non sono in prima classe, e la maggior parte del tempo è speso in garage soffocanti e pit lanes infuocate ben lontani da spiagge bianche e mari azzurri. Attualmente il motomondiale è nel bel mezzo di una serie di cinque gare oltreoceano da disputarsi nell’arco di appena sei settimane. L’itinerario di viaggio è partito dal Giappone per poi spostarsi in Malesia, Qatar, Australia e Turchia, quest’ultima quasi una gara europea alla quale però si arriva dopo circa venti ore di volo da Melbourne. Non c’è dubbio che sia divertente e piacevole, ma di certo anche estremamente stancante ed impegnativo. Le moto e tutti i ricambi sono partite per il Giappone subito dopo la gara di Brno e non torneranno nelle rispettive basi tecniche, a Barcelona nel caso del team Camel Honda, fino a dopo la gara di Istanbul, una settimana prima dell’ultimo appuntamento del campionato a Valencia la prima settimana di novembre. Tre cargo jumbo jet trasportano le casse con le moto, i ricambi, il materiale per le televisioni e le rilevazioni dei tempi in giro per il mondo. Questo per quanto riguarda il materiale, ma come se la cavano gli esseri umani in questa frenetica girandola di fusi orari, lingue, cibi e climi completamente diversi tra di loro? Oltre, naturalmente, al fatto di passare così tanto tempo lontani da casa e dagli affetti. Ad alcuni piace stare sempre in giro, ma i più si ritrovano con bollette telefoniche stratosferiche. La maggior parte del tempo di chi sta fuori è comunque impegnata col lavoro mentre per chi aspetta a casa una telefonata ad ore improbabili a causa di orari diversi, è probabilmente più dura. Per chi è sempre in strada, o in aereo in questo caso, i contrasti durante la serie di gare extraeuropee di quest’anno, non potrebbero essere maggiori. La prima gara è stata in Giappone, sulle colline boscose a circa 100 chilometri da Tokyo che fanno da cornice alla pista di Motegi. Se non si è riusciti a trovar posto nel lussuoso albergo interno al circuito, e per la maggior parte è stato così, l’unica alternativa è stata due ore di macchina al giorno per andare e tornare dalla pista ogni giorno. Per quanto riguarda il cibo, alcune squadre hanno portato con se il cuoco delle rispettive hospitality, mentre gli altri hanno affollato il piccolo ristorante del circuito che offriva un gradevole ma piuttosto ripetitivo menù a base di carne al curry, riso la curry e verdure… al curry. La Malesia non poteva esser più diversa. Quasi tutti hanno preso il volo da Tokyo il lunedì mattina dopo la gara per raggiungere Kuala Lumpur, una delle località preferite dal paddock della MotoGP che si è stabilito in gran parte nel grande hotel interno all’aeroporto internazionale, a soli cinque minuti dal circuito. Un comodissimo treno veloce anch’esso all’interno dell’aeroporto, in 27 minuti collega l’hotel al cuore di Kuala Lumpur. La capitale della Malesia è una città che si può
odiare o amare appassionatamente. Per la gente della MotoGP è amore
assoluto. Non solo per le Petronas Towers, i magnifici grattaceli del
centro, i buoni ristoranti, i mezzi di trasporto di facile utilizzo ed
efficienti, ma anche per la grande offerta di mercati e negozi che offrono
di tutto a prezzi competitivi. Da valige di design (o quanto meno che
non hanno nulla a che invidiare a quelle di design) a vestiti, scarpe,
orologi, DVD e hardware di ogni tipo, nessuno torna a casa insoddisfatto
o senza qualche regalo di Natale già pronto per chi sta a casa. La MotoGP volerà via dal Qatar sabato notte, subito dopo la gara, e domenica mattina quasi tutte le squadra saranno nei rispettivi paesi d’origine, solo per rifare le valigie cinque giorni più tardi per l’Australia. In ogni caso, tutto considerato, è meglio che lavorare davvero... 28/9/2005
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