IL
TRIANGOLO NO: LA VERA STORIA DEGLI INCONTRI FRA L'APRILIA, CAPIROSSI
E PERNAT
L'Aprilia RS3 non avrà, salvo ripensamenti dell'ultima
ora, un pilota italiano. Dopo lunghi corteggiamenti, infatti, i rapporti
fra Capirossi e la casa veneta si sono
improvvisamente raffreddati. Preludio ad un addio definitivo.
A far arenare le trattative, ufficialmente, è stato lo scontro
sulla cifra indispensabile a convincere il romagnolo ad abbandonare
il team di Sito Pons.
Dopo essersi accordati per inserire in un unico contratto (biennale)
l'ingaggio e "quanto necessario" perchiudere la controversia
legale che li vede opposti in seguito alla lite del 1998, le due parti
non hanno raggiunto una intesa economica.
Quasi sei miliardi (quattro di ingaggio, due di causa) avrebbe chiesto
Capirossi per fare d'ogni erba un fascio e ripartire per la nuova avventura
con la biancheria pulita, l'Aprilia, pare, si è fermata a cinque
e mezzo.
Per la differenza di un miliardo, dunque, l'affare è saltato
e ciò è strano perché l'Aprilia, a causa del mancato
accordo, rischia ora di perdere ben di più in termini di minori
introiti dagli sponsor che a questo matrimonio avevano aderito con entusiasmo.
Come sempre quando si manca l'obiettivo c'è stato uno scaricabarile
fra le parti.
L'Aprilia ha dichiarato di essere stanca dei continui rilanci operati
dallo staff di Capirossi. Carlo Pernat, che di Capirossi non è
il manager, nel senso proprio del termine, visto che questo ruolo è
ricoperto dalla madre di Loris, ha spiegato di non aver visto la volontà
da parte della casa italiana di raggiungere l'accordo.
La verità, probabilmente, è che l'Aprilia non se la è
sentita di riportarsi in casa, qualora l'accordo fosse andato a buon
fine, con Capirossi anche Pernat, un altro licenziato
illustre, consegnandogli di fatto, se non di diritto, le chiavi della
comunicazioni senza avere, peraltro, alcun manager interno da opporgli.
Il pilota, dal canto suo, signorilmente si è limitato a dire:
"Era un accordo complicato da raggiungere. Per quanto mi riguarda
mi sento onorato di tutta questa attenzione. Credo che il progetto Aprilia
avrà successo. La configurazione che hanno scelto, tre cilindri,
gli assicura quantomeno una immediata competitività ed affidabilità
del propulsore. Se ne riparlerà, forse, il prossimo anno".
Una ipotesi, questa, tutta da verificare, visto che alla fine del 2002,
sul mercato non ci sarà solo Capirossi, ma anche Max Biaggi,
Kenny Roberts junior e,
forse, lo stesso Valentino Rossi che non è riuscito a spuntare,
economicamente, dalla Honda, quanto avrebbe voluto...
Ecco un'altra chiave di lettura del "no" dell'Aprilia: il
solito "sogno impossibile" - Rossi sulla RS3 - spostato di
un anno.
Peccato che per quei tempi la "base d'asta" per ingaggiare
un top rider viaggerà sull'ordine dei 10 miliardi. Il doppio
della cifra che l'Aprilia spenderebbe oggi per assicurarsi Loris. Causa
legale compresa. La domanda che ci si pone è semplice: ma gli
conviene?
Conviene cioè al signor Beggio per inseguire l'ennesima gallina
domani affrontare un'altra stagione di brutte figure in pista in un
campionato, quello della massima categoria, dove conta andare forte,
ma anche essere personaggi, saper comunicare?
Cara Aprilia, auguri, perché se anche nel 2002 Melandri dovesse
lasciarsi sfuggire il mondiale della 250 (in pista, è vero, correrà
contro Nessuno, ma il signor Nessuno, ricordiamocelo, accecò
il Ciclope), qualcuno, a Noale, rischierà di dover cercare rifugio
nelle grotte di Tora Bora. Attualmente mal frequentate.
12/12/2001