MELANDRI
DEVE SAPER ATTENDERE
di GIORGIO BELLEGGIA
La faccia nuova della 250 è ancora mascherata. Dopo Biaggi, Capirossi
e Rossi, doveva essere Marco Melandri a rimettere le cose a posto e
riportare il titolo in Italia, dopo la parentesi Jacque che ha interrotto
sei anni consecutivi di dominio assoluto made in Italy. Praticamente
una dittatura quella degli italiani in questa classe, se considerate
che negli ultimi dieci campionati hanno vinto otto titoli (Rossi, Capirossi,
quattro volte Biaggi e due Cadalora). E senza considerare che nel '93
Harada battè Capirossi di quattro punti e alle loro spalle c'erano
Reggiani, Romboni e Biaggi
Inveceil grande duello in 250 per ora è tutto giapponese: Harada
contro Katoh, esperienza e talento contro talento, e sempre Aprilia
contro Honda. Harada ha avuto un inizio di stagione di basso profilo,
come piace a lui. Alla distanza sta uscendo, con tutte le sue ritrovate
motivazioni e la sua consistenza tecnica soprattutto nelle fasi calde
delle gare.
E Macio? Melandrino è nei guai, ma dovrebbe avere più
coraggio: prendere finalmente una degna iniziativa e andarsene in vacanza.
Il conto con la sfortuna sembrava chiuso nella scorsa stagione e invece
eccolo di nuovo in balìa degli eventi. Al pronti via di questa
stagione, Macio si è trovato a che fare con quel missile della
Honda e il velocissimo Katoh. Ha avuto soltanto una vera occasione per
vincere, a Welkom, è ci è andato vicinissimo dopo una
sensazionale rimonta sul giapponese. Il secondo posto del Sudafrica
con tanto di record sul giro dovevano servire a dare definitivamente
coraggio al cucciolo dell'Aprilia. E forse così è stato.
Non ci voleva però il botto di Le Mans, che ha trasformato quella
che doveva essere la corsa del riscatto in un inferno. Come è
stato al Mugello, perché la clavicola esplosa in Francia lo ha
fatto quasi svenire di dolore proprio nel Gran premio più atteso.
Con Harada così in palla, Katoh non avrà certo vita facile.
Tetsuya ha davvero tutto per portarsi a casa il titolo: moto, squadra
(è con Sandi praticamente da sempre e Sandi è un fuoriclasse
dei box), l'appoggio di Witteveen (ingegnere capo Aprilia), capacità
di guida, freddezza, carattere e testardaggine. Insomma, Katoh deve
misurarsi con un bruttissimo uccello. Tra i due giapponesi l'unico che
si può inserire è Marco Melandri, ma il piccolo Macio
continua a sentire troppo la pressione e la responsabilità di
essere in sostanza la prima guida Aprilia. Non si diverte più
a guidare, si sente in debito con Noale e vuole strafare. Ha solo 18
anni e un futuro luminoso nelle corse: che si dia del tempo e la smetta
di voler dimostrare quello che ormai hanno visto tutti. Cioè
che è un campione ed è lui l'erede di Biaggi e Rossi.
Sicuramente sarà un'altra sfida italo giapponese Aprilia-Honda.
Da ormai dieci anni le bicilindriche di Witteveen sono tra le migliori
del 250. A volte c'è un pilota a fare la differenza (Biaggi e
Rossi), altre non ne bastano cinque. Ma intanto le Aprilia sono sempre
lì davanti.