BIAGGI
È FUORI DALLA MOTOGP: ORA DITE LA VOSTRA
Lo si può osservare da mille angolazioni, il caso Biaggi.
Si può essere tifosi del romano o suoi detrattori, l’impressione
che se ne ricava è identica: poteri forti hanno fermato il Corsaro.
Lasciamo perdere la teoria del complotto, alla quale non crediamo. Siamo
convinti, però, che il rapporto fra Max e l’HRC si sia deteriorato,
nel corso della stagione, a tal punto da compromettere in modo assoluto
le prestazioni del pilota e della sua moto.
E’ difficile, a questo punto, dare totalmente la colpa all’una
od all’altra parte. Se la Honda, già all’inizio del
2005, aveva deciso di spingere forte sullo sviluppo della “mini”
RC211V vista brevemente nei test di Brno non se ne può fargliene
una colpa. E’ pur vero, però, che il pilota che ha firmato
per essere il numero uno (assieme a Gibernau) ha tutto il diritto di vivere
male una situazione impostagli e della quale è venuto a conoscenza,
con ogni probabilità, a stagione iniziata.
Se a ciò si aggiunge che Biaggi, dopo aver firmato
un contratto annuale, ha saputo alla vigilia di Assen, quando era pur
sempre terzo in campionato, che sarebbe stato sostituito nel 2006 da Dani
Pedrosa il quadro della situazione è completo.
E’ vero, Max Biaggi ha sempre avuto un carattere difficile, ma mai
come quest’anno, forse, alcuni suoi atteggiamenti al di sopra delle
righe possono essere compresi, se non giustificati appieno.
E poi: come li vogliamo questi piloti? Non si può chiedere ad uno
che “stacca” a 300 all’ora di non essere se stesso.
Quando le cose vanno male, del resto, i piloti sono tutti uguali, anche
se ce n’è di più diplomatici di Biaggi sicuramente.
Roberts junior non ha mai fatto mistero delle manchevolezze della Suzuki,
ma ha avuto relativa attenzione dalla stampa più urlante, notoriamente
non anglofila, Melandri, due anni fa, in Brasile, disse letteralmente,
parlando della Yamaha, “con questa moto ci si uccide”, Capirossi,
quando le Bridgestone ancora non andavano parlava apertamente di “gomme
di legno”, e lo stesso Rossi, sicuramente il più “smart”
fra i suoi colleghi, negli ultimi due GP della stagione ha diplomaticamente
accusato il team di un “calo di tensione”.
Per carità, come dicevano i padri latini est modus
in rebus, ma in ogni caso la risposta della Honda e dei poteri forti non
è stata quella che ci si aspetterebbe da un consesso di sportivi.
Un complotto? No, secondo noi non lo è stato, ma sicuramente il
comportamento dell’HRC in Turchia ha l’aspetto di un agguato.
Perchè, altrimenti, non comunicare a Biaggi che non era gradito
un mese prima, quando i rapporti con la Suzuki erano quotidiani? La risposta
è scontata, una decisione in quel senso avrebbe comportato la sicura
perdita dello sponsor Camel. Si può, allora, parlare di premeditazione?
A questa domanda, come ad altre che vi possono venire in mente, preferiamo
che siate voi lettori a dare una risposta. Scrivete quel che volete, civilmente,
all’indirizzo casobiaggi@gpone.info
NON MANDATE ALLEGATI, scrivete solo testo, nell’oggetto del messaggio
sintetizzate con un breve titolo la vostra opinione sul “caso”
Biaggi. Scrivete anche se ritenete che Max abbia avuto ciò che
si meritava. Pubblicheremo integralmente tutte le argomentazioni. Favorevoli
o contrarie.
21/12/2005
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