DOVE SI PARLA DI ROSSI, DELLA LETTERA APERTA DI ZERBI E DEI VALORI DELLO
SPORT, CHE TUTTI DEVONO RISPETTARE, VALENTINO COMPRESO
Ci
ha provato con una lettera aperta (che
leggete a parte), il Presidente della FIM, Francesco Zerbi, a farlo
ragionare, Valentino Rossi, e riconsiderare le parole pesanti rivolte
all’indirizzo di Sete Gibernau, Carlo Fiorani e la Honda.
Il campione del mondo però, ritenendo di essere nel giusto, senza
pensare che nessuno è mai colpevole al 100%, dopo aver fatto
metaforicamente spallucce,
ha ribadito quanto già detto in Qatar.
Non ha ripetuto le parole esatte pronunciate a Doha, il Campione, ma
i concetti “spia” e “bastardata”, non li ha
rinnegati.
Non lo ha fatto nemmeno in conferenza stampa, dopo che Sete Gibernau,
sportivamente, gli ha offerto metaforicamente la mano dichiarandosi
d’accordo con lui su un punto fondamentale: pena troppo dura.
Aggiungendo, peraltro, che alle parole pronunciate da Vale, pur credendo,
non dava peso, considerandole frutto della (giusta) ira. Figlie dell’adrenalina.
Di fronte a ciò Rossi non ha modificato di una virgola il suo
atteggiamento, in pubblico. Non ha fatto scene, ma nemmeno sorrisi.
Poi, una volta liberatosi dell’ufficialità, e lontano dallo
spagnolo, ha ripetuto che lui a questo Gibernau non crede, che Sete
finge, dunque mente e che tutti, compresi coloro come Carmelo Ezpeleta,
capo della Dorna, che pure gli ha dato ragione, hanno voluto, in questa
occasione, fregarlo.
Un peccato, questo suo atteggiamento, perché il momento giusto
per dire a Sete: tu menti, era quando ce l’aveva al fianco, sulla
destra, in conferenza stampa.
Ed i valori dello sport non sono qualcosa da deridere, ma nei quali
credere e, magari, per i quali combattere.
Ma pubblicamente, con i toni, però, e con le parole adatte.
Che non sono certamente né bastardo, né spia.
Parole, peraltro, che Valentino si è ben guardato da pronunciare
di nuovo. Salvo confermarle.
7/10/2004