DOVE
SI PARLA ANCORA DEL FUTURO DI BIAGGI, DI SUPERBIKE E DI UN POSSIBILE APPRODO
DELLA CAMEL SULLA CARENATURA DELLA YAMAHA, PROPRIO COME PIACEREBBE AD
EZPELETA
Salvo miracoli dell’ultima ora non vedremo più Max
Biaggi al via del motomondiale, il prossimo anno. Non certo, però,
perché il Corsaro ha deciso di ritirarsi – non ci ha mai
nemmeno pensato – né tantomeno perché le sue richieste
economiche non hanno consentito di chiudere il budget. Le trattative fra
Camel, Kawasaki e Bridgestone si sono semplicemente interrotte perché,
a dirlo è Carlo Pernat, manager di Capirossi: “Max è
stato sfortunato.
Non voglio dire che non ci abbia messo del suo, in questa faccenda. Il
suo carattere lo conosciamo, ma la decisione di Bridgestone di accorpare
i suoi due reparti corse, quello della MotoGP e quello della F.1, prima,
e quella della Michelin di ritirarsi alla fine del 2006, dal campionato
di Ecclestone, dopo, hanno creato un terreno sfavorevole. La capacità
produttiva della casa giapponese di pneumatici è limitata”.
Il risultato, ora, è che Biaggi, per non rimanere
fermo, sta pensando alla Superbike. Max ha più volte parlato con
Maurizio Flammini, boss della FGSport, che gli ha assicurato che nel campionato
del mondo delle moto derivate dalla serie c’è posto per lui.
Anzi, che c’è più di una casa disposta a fornirgli
equipaggiamento ufficiale. Una è la Ducati, la seconda, incredibilmente,
è la Honda-Europa, ai ferri corti con l’HRC per l’incredibile
vicenda che ha portato alla perdita di Vermeulen. La terza potrebbe –
ma solo potrebbe – essere la Suzuki, che dovrebbe però costruire
una quarta K5 in versione 2006, visto che la terza moto schierata, sarà
un modello 2005.
Di fronte a queste tre opportunità, com’era
prevedibile Max ha scartato immediatamente la seconda.
“Su una Honda – ha detto – io non salirò più.
Può essere vero che in Europa la situazione sia diversa, ma alla
fine lo sviluppo viene pur sempre fatto in Giappone, per cui…”.
Dicendo ciò Biaggi però dimentica che la JTI è già
presente in SBK, con il marchio Winston, e proprio con la Honda Ten Kate.
Decidere diversamente (cioè un’altra casa) equivarrebbe a
schierare due brand, Camel e Winston.
E’ possibile (ricordate Gauloises e Fortuna, del gruppo
Altadis, con la Yamaha), ma è probabile che a qualcuno essere schierato
su due fronti non piaccia.
Comunque, qualora l’affare andasse in porto, la Camel si ritroverebbe
alla fine con un altro problema: cosa fare del budget avanzato?
Già, perché se per essere presenti come main sponsor in
un team nella MotoGP ci vogliono 10/12 milioni di dollari, nella Superbike,
per un solo pilota, ne basta uno e mezzo. Anche considerando per Biaggi
un ingaggio da MotoGP ce ne sarebbe d’avanzo per portare avanti
anche la trattativa che Carmelo Ezpeleta sta spingendo da tempo, quella
che mira a far approdare la Camel in Yamaha.
Brivido: la Camel con Rossi?
“Al momento non possiamo parlare – spiega Davide Brivio, team
manager della casa di Iwata – gli avvocati di Yamaha ed Altadis
sono ancora al lavoro, per cui è preferibile non dire nulla. Ad
oggi i programmi sono quelli di correre con i colori societari ma, certo,
ci piacerebbe avere uno sponsor. Le moto disponibili sarebbero due, perché
a questo punto non credo che la Yamaha nel 2006 possa schierare quattro
moto.
E’ troppo tardi. Ne farà tre, compresa quella
affidata a Poncharal”.
Qualora andasse proprio così – ma non ne siamo sicuri –
qualcuno potrebbe obiettare che si tratterebbe di un vero e proprio tradimento,
da parte della JTI…in realtà la casa di tabacchi ha appoggiato
sino all’ultimo Max Biaggi e se le cose non sono andate esattamente
come qualcuno avrebbe voluto, le responsabilità sono da dividersi
fra varie persone.
In questa faccenda, infatti, hanno sbagliato in molti, alcuni si sono
presi libertà che non avrebbero dovuto prendersi (la Dorna), altri
si sono trovati a fare un lavoro non loro (la Camel), altri infine (la
FIM) si sono rivelati politicamente inadeguati o spiazzati.
Quanto a Biaggi ed alla Honda il giudizio è negativo per entrambi.
Ma qui il discorso si farebbe troppo lungo. Anche per le pagine virtualmente
senza fine di Internet.
20/12/2005
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