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BIAGGI E HONDA, FUTURO A RISCHIO
La carriera di Max Biaggi è a rischio. A scriverlo, oggi, sono stati il Giornale ed il Corriere dello Sport.
“Aiuto, Biaggi è senza moto, la crisi di un ex fenomeno”, titola il quotidiano politico.
“Biaggi può restare a piedi”, gli fa eco il Corsport.
“Più che i risultati al di sotto delle aspettative – scrive il Giornale – sono state le critiche che hanno fatto indispettire i giapponesi. I quali non hanno avuto nessun timore nel far andare via Rossi, figurarsi se si possono spaventare all’idea di perdere Biaggi”.

“I motivi della discordia sono l’incomunicabilità - o incomprensione - fra Max e Tsutomi Ishii, il general manager della Honda Racing Corporation, il giapponese più alto in grado sui campi di gara – rivela il Corriere dello Sport - Questi non avrebbe gradito alcune dichiarazioni del pilota dopo il Gran Premio della Turchia.
Il romano, infatti, è rimasto profondamente deluso dal suo campionato, ma non è riuscito a condividere la sua amarezza con il manager che, quest’anno, però, invece di guidare la Honda verso la vittoria contro l’odiato Valentino Rossi, l’ha condotta a più riprese nelle secche”.

“La sfuriata di Istanbul ha fatto precipitare la situazione e al termine della gara ci sarebbe stato un incontro tra i responsabili della HRC, Sito Pons e la Camel…I giapponesi avrebbero posto il veto a Pons di riprendere nella propria squadra il romano”, prosegue il Giornale.
Ovviamente la situazione, però, è assai più complessa, perché la Honda, con le sue decisioni, quest’anno, ha già fatto fuggire uno sponsor importante come Telefonica, che finanziava sia il team in 250 che quello in MotoGP di Fausto Gresini. Una situazione che ora rischia di ripetersi con la Camel che, come nel caso della compagnia telefonica iberica, non può accettare simili diktat.
Senza contare che l’HRC, che si erge a ruolo di giudice, non è immune da colpe. Per rendersene conto, del resto, bisogna proseguire nella lettura del Corriere dello Sport che ricorda le decisioni negative per la stessa HRC prese da Tsutomi Ishii dall’inizio del mondiale.

“ L’errore più grande Ishii l’ha fatto praticamente ad inizio del campionato – ricorda il Corriere dello Sport - quando ha anticipato l’arrivo di Dani Pedrosa nel team interno HRC-Repsol. Una mossa che, oltre ad aver destabilizzato la squadra, ha comportato l’uscita dal motomondiale del potente sponsor Telefonica che, dopo aver finanziato sia la squadra del campione del mondo della 250 che di Fausto Gresini in MotoGP, si è sentita scippata del suo fuoriclasse.
Ishii si è reso protagonista anche di una incredibile protesta nei confronti di Valentino Rossi, in occasione dell’incidente con Melandri, a Motegi, andando contro il parere negativo di Carlo Fiorani, manager della Honda Europa e del team Gresini, chiedendo la squalifica del Fenomeno. In quella occasione Ishii si arrogò il diritto di presentare la richiesta di squalifica a nome di tutti i team Honda, cosa ovviamente al di là dei suoi poteri, causando un notevole danno di immagine.”

Il parere dei due quotidiani coincide: se persevererà in questo atteggiamento la Honda farà perdere al campionato l’ennesimo sponsor, arrogandosi più diritti di quelli che sarebbe lecito esercitare.

Questo episodio fa ragionare anche sulla fuga di Valentino Rossi dalla Honda che ha provocato, di fatto, una tale crisi all’interno dell’HRC che, a distanza di due stagioni, questa è stata incapace di riorganizzarsi. Anzi, di più, sottoposta al bombardamento di vittorie ad opera di Valentino Rossi, non è stata nemmeno in grado di rialzare la testa, forse perché questi due anni di sconfitte a ripetizione da parte della Yamaha hanno messo i nuovi arrivati incredibilmente sotto pressione, rendendo le loro decisioni meno lucide.

In due anni, infatti, l’HRC è riuscita a perdere Rossi, Jeremy Burgess e la sua squadra ed a bruciare un pilota tranquillo come Alex Barros, che quest’anno ha nuovamente vinto un Gran Premio, ma invece di indagare sul perché di tanti eventi negativi, ha proseguito con arroganza sulla sua strada.

Inevitabile, a questo punto, la rotta di collisione con un pilota dal carattere così difficile come Biaggi che, dal canto suo, da tempo aveva accettato di tornare in seno al team Camel-Honda nel 2006. Certo che all’interno di un ambiente più familiare avrebbe potuto ritrovare le sue motivazioni.

“Non dimentichiamolo: Biaggi è un patrimonio del motociclismo, non bisogna perderlo”, chiude così il Giornale.

C’è da immaginarsi, a questo punto, l’ennesima spaccatura in seno alla Honda, fra quanti vogliono lavorare per ricostituire un gruppo di successo e quanti, invece, si comportano come piccoli Shogun.

E’ proprio vero, il carattere di un vincente si vede nel momento della sconfitta.

27/10/2005


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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