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BIAGGI
E HONDA, FUTURO A RISCHIO “I motivi della discordia sono l’incomunicabilità
- o incomprensione - fra Max e Tsutomi Ishii, il general manager della
Honda Racing Corporation, il giapponese più alto in grado sui campi
di gara – rivela il Corriere dello Sport - Questi non avrebbe gradito
alcune dichiarazioni del pilota dopo il Gran Premio della Turchia. “La sfuriata di Istanbul ha fatto precipitare la situazione e al
termine della gara ci sarebbe stato un incontro tra i responsabili della
HRC, Sito Pons e la Camel…I giapponesi avrebbero posto il veto a
Pons di riprendere nella propria squadra il romano”, prosegue il
Giornale. “ L’errore più grande Ishii l’ha fatto praticamente
ad inizio del campionato – ricorda il Corriere dello Sport - quando
ha anticipato l’arrivo di Dani Pedrosa nel team interno HRC-Repsol.
Una mossa che, oltre ad aver destabilizzato la squadra, ha comportato
l’uscita dal motomondiale del potente sponsor Telefonica che, dopo
aver finanziato sia la squadra del campione del mondo della 250 che di
Fausto Gresini in MotoGP, si è sentita scippata del suo fuoriclasse. Il parere dei due quotidiani coincide: se persevererà in questo atteggiamento la Honda farà perdere al campionato l’ennesimo sponsor, arrogandosi più diritti di quelli che sarebbe lecito esercitare. Questo episodio fa ragionare anche sulla fuga di Valentino Rossi dalla Honda che ha provocato, di fatto, una tale crisi all’interno dell’HRC che, a distanza di due stagioni, questa è stata incapace di riorganizzarsi. Anzi, di più, sottoposta al bombardamento di vittorie ad opera di Valentino Rossi, non è stata nemmeno in grado di rialzare la testa, forse perché questi due anni di sconfitte a ripetizione da parte della Yamaha hanno messo i nuovi arrivati incredibilmente sotto pressione, rendendo le loro decisioni meno lucide. In due anni, infatti, l’HRC è riuscita a perdere Rossi, Jeremy Burgess e la sua squadra ed a bruciare un pilota tranquillo come Alex Barros, che quest’anno ha nuovamente vinto un Gran Premio, ma invece di indagare sul perché di tanti eventi negativi, ha proseguito con arroganza sulla sua strada. Inevitabile, a questo punto, la rotta di collisione con un pilota dal carattere così difficile come Biaggi che, dal canto suo, da tempo aveva accettato di tornare in seno al team Camel-Honda nel 2006. Certo che all’interno di un ambiente più familiare avrebbe potuto ritrovare le sue motivazioni. “Non dimentichiamolo: Biaggi è un patrimonio del motociclismo, non bisogna perderlo”, chiude così il Giornale. C’è da immaginarsi, a questo punto, l’ennesima spaccatura in seno alla Honda, fra quanti vogliono lavorare per ricostituire un gruppo di successo e quanti, invece, si comportano come piccoli Shogun. E’ proprio vero, il carattere di un vincente si vede nel momento della sconfitta. 27/10/2005
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