NON
E' TUTTO ORO QUELLO
CHE LUCCICA Un interrogativo nemmeno tanto campato in aria, ma semplicemente dettato dall'attuale realtà della classe cosiddetta regina. Infatti, nonostante tutti gli sforzi - ma si potrebbero anche chiamare giri di vite - attuati da Dorna e Irta, nella classe regina continuano a convivere due anime ben distinte: accanto agli squadroni ufficiali, che possono contare su budget di tutto interesse ma che coprono a malapena 16 posti sullo schieramento, vi sono squadre che spesso devono fare i salti mortali per far quadrare i conti. Tra queste, realtà interessanti che si fanno in quattro per sviluppare progetti che avrebbero bisogno di risorse dieci volte superiori, ma anche qualche furbo. Tra queste squadre figlie di un Dio "Minore" spicca senz'altro la Proton. Il team guidato da "King" Kenny Roberts da quattro anni sta sviluppando un progetto alternativo, basato su un propulsore a tre cilindri che grazie al regolamento sfrutta un vantaggio di 15 Kg. rispetto alle moto equipaggiate con un cilindro in più. Purtroppo, finora i risultati non sono stati all'altezza delle aspettative, ma quest'anno con un pilota coriaceo come l'olandese Jurgen van den Goorberg il "vecchio" Kenny potrebbe finalmente togliersi qualche soddisfazione. La factory di Roberts, alla ricerca di risultati, lo scorso anno aveva anche tradito la propria filosofia mettendo in pista un motore a quattro cilindri, ma dopo varie prove si è preferito proseguire sulla strada intrapresa da tempo. Di un certo interesse anche il progetto Pulse, nato da un gruppo di appassionati, che ha rilevato l'interessante propulsore realizzato dalla Swissauto e schierato in pista l'anno scorso con risultati più che incoraggianti dalla Muz, montandolo su un telaio realizzato nella factory di Roberts. La Pulse, che schiera l'inglese Jason Vincent e l'australiano Mark Willis, non ha finora raggiunto risultati eclatanti ma la voglia di fare non manca alla piccola squadra neozelandese. Così come non manca la volontà in casa Paton. Nonostante non siano stati ammessi al mondiale, o meglio alla spartizione dei sostanziosi premi in denaro mentre è stata concessa la possibilità di correre a tutte le gare, alle porte di Milano si sono rimboccati ancora una volta le maniche investendo su un progetto nuovo. Sostituito Tessari con Vladimir Castka, ingegnere slovacco che l'anno scorso si è piazzato quarto nell'europeo 250 con una Yamaha standard, alla Paton stanno pagando il ritardo col quale hanno ricevuto la risposta dell'Irta, ma finalmente Roberto Pattoni ed i suoi fedelissimi possono contare su un budget adeguato. Purtroppo la caduta di Castka nella prima giornata di prove del gran premio di Spagna, che avrebbe dovuto segnare il debutto stagionale, e la conseguente rottura del telaio vecchio hanno consigliato ai tecnici della squadra milanese di rinunciare anche alla gara di Le Mans, così da poter concentrare le forze per ultimare la moto nuova che si vuole far debuttare al Mugello. Ma il caso più eclatante è probabilmente rappresentato dalla Sabre, che altro non è se non una Roc Yamaha del 94 (avete capito bene!) con il motore modificato nei valori di alesaggio e corsa. Praticamente una moto da museo, che seppur guidata da Johan Stigefelt, che non può certo essere definito un fulmine di guerra, fa ancora la sua figura mettendosi spesso dietro moto ben più recenti. Che sia vero che l'evoluzione delle 500 si è fermata da un po' di anni a questa parte? |
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