LA RC211V SALUTA E SE NE VA. ARRIVA LA 800, LA NUOVA SFIDA HONDA
di Andrea Di Marcantonio
Senza ombra di dubbio, quella della RC211V 990, è stata una grande
avventura tecnica oltre che sportiva. Nel 2002, nel momento in cui la
classe 500 cc stava per lasciare le piste del Motomondiale - anche e soprattutto
in funzione del nuovo regolamento, certamente più vicino al concetto
di produzione, almeno nella tipologia di motore – Honda annunciò
che era pronta per aprire una nuova era nel motociclismo con una motorizzazione
quattro tempi, un grande ritorno dopo l’era della stupenda NR500,
iniziata nel 1979 e finita nel momento in cui arrivano le due tempi di
nuova generazione.
Alle
spalle di tutto ciò, c’era comunque un forte interesse da
parte delle Case di “allontanare” le due tempi anche e soprattutto
per un discorso, più aperto e globale, legato al rispetto dell’ambiente
e quindi della riduzione dell’inquinamento. Così, nel gennaio
del 2001 venne annunciato l’intento Honda di tornare nelle corse
con una rivoluzionaria motorizzazione quattro tempi, qualcosa che avrebbe
cambiato il concetto legato alle alte prestazioni.
La
prima volta
Il 16 giugno dello stesso anno in Spagna, venne per la prima volta scoperto
questo motore davanti alla stampa, tra sguardi increduli (per la compattezza
globale) ma soprattutto per l’idea del cinque cilindri. Su questo
concetto si discusse molto ma alla fine Honda convinse tutti non le parole
ma con i risultati: ben 50 vittorie in 82 GP compresi tra l’aprile
del 2002 e l’ottobre 2006, quello del GP di Valencia. Una nuova
sfida che sarà un plus anche per la produzione di serie. Ritorno
al quattro tempi, da oltre 200 Cv, un’idea che attira anche molti
costruttori e crea una nuova sfida nel Motomondiale, offrendo a tutti
un’opportunità di voltare pagina. La RC211V è quindi
la risposta Honda al nuovo regolamento 2002, quello che ha segnato l’ingresso
del quattro tempi nei GP, decretando la fine della vita dei due tempi
ad alte prestazioni.
Propulsore innovativo
Il motore, come accennato, è un V cinque cilindri con bancate poste
a 75,5°, soluzione che rende compattissimo il propulsore Honda; Mr.
Shiozaki, Project Leader della RCV, spiega che il bilanciamento totale
della moto è stata la priorità del progetto, considerando
però altri aspetti tecnico/funzionali quali il motore, il telaio
in una vista d’insieme. Il cinque cilindri giapponese, oltre ad
essere compatto, va ad inserirsi perfettamente nel telaio con il risultato
di una centralizzazione delle masse e la corretta locazione del centro
di gravità, elementi, fattori fondamentali ai fini della guidabilità.
Il telaio perimetrale in alluminio è frutto di complessi studi
al computer per mezzo di programmi di simulazione dinamica che determineranno
la rigidità finale dell’elemento stesso e la sua resistenza
alla torsione, di fatto più elevate rispetto alle “vecchie”
500 cc due tempi.
Le
modifiche nel corso degli anni
Come accade per tutti i prodotti, anche un propulsore della MotoGP riceve
continui aggiornamenti e modifiche ai fini delle prestazioni assolute.
Nel 2003 il cinque cilindri Honda subirà una modifica alla camera
di combustione ed un diverso timing di apertura delle valvole, in sintesi
il diagramma di distribuzione; tutto ciò incrementa di un 10% la
potenza massima senza però influire negativamente sulla coppia
motrice, valore importante per uscire forte dalle curve. Anche lo scarico
sarà nuovo, con una diversa architettura che trova un buon compromesso
nello schema costruttivo. Nel 2004 al motore vengono cambiate le quote
vitali (alesaggio e corsa) e questo aumenta
la potenza di un buon 5% con un altrettanto valore legato alla riduzione
di consumo del carburante, Dato non trascurabile in gara. Nuovamente si
lavorerà sullo scarico oltre che sul nuovo sistema Honda Intelligent
Throttle Control System. La aggiornata sospensione posteriore, caratterizzata
da una diversa unità Pro-Link, ha effetti benefici sulla maneggevolezza
della moto con un incremento del 5% oltre che sulla trazione. E siamo
ad oggi domenica 29 ottobre 2006: quest’anno Honda porta in pista
ben due diverse moto, una delle quali affidata a Nicky Hayden con l’apporto
di plus legati ancora alla maneggevolezza, alla stabilità e frenata.
Concetto chiave sarà la riduzione dimensionale del motore –
60 mm più corto e 30 mm più stretto – ed un forcellone
più lungo. Il cinque cilindri subirà inoltre una drastica
riduzione degli attriti interni a vantaggio
della scorrevolezza con in più un 7% di leggerezza rispetto all’unità
precedente. Potenza uguale + 3 Cv. Compare la nuova generazione del sistema
H.I.T.C.S. che controlla, in termini di apertura, separatamente i tre
cilindri anteriori da quelli posteriori, i primi con la rotazione della
manopola, i rimanenti grazie al sistema ride-by-wire elettronico, soluzione
che aumenta la precisione d’apertura da 0 a un quarto ed a massima
apertura.
Il futuro dell’800 cc
Il GP di Valencia è stata l’ultima gara per i 990 cc. Un’era
che ha segnato tanti successi per il cinque cilindri Honda. L’arrivo
della nuova unità motrice da 800 cc segnerà un nuovo capitolo
dell’era motoristica legata alla MotoGP; cambieranno le prestazioni
e si dovranno fari i conti con le nuove gomme, con la diversa erogazione
della potenza ma, soprattutto, con l’affidabilità. Si parla
di un V quattro cilindri ma c’è massimo riserbo sulla cosa,
situazione che probabilmente cercheremo di scoprire durante i prossimi
test la settimana prossima, proprio qui a Valencia. Ma è certo
che Honda affronterà questa nuova sfida con la stessa filosofia
tecnica.
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