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GIBERNAU SVELA I SEGRETI DELLA MICHELIN A JEREZ
La Michelin continua a dominare in pressoché tutti i campionati ai quali prende parte. La Casa francese, infatti, ha occupato le prime dieci posizioni nelle due gare d'apertura del motomondiale ed addirittura occupa i primi quindici posti nella classifica iridata provvisoria.
Un ruolino di marcia simile la casa del Bibendum lo può vantare anche nel mondiale Superbike dove con Neil Hodgson e la sua Ducati ufficiale ha finora vinto le prime 6 manche del campionato. La realtà, poi, è che la Michelin domina il mondiale tradizionale dal 1992 e si è aggiudicata quello della SBK dal 1994.

Fra i piloti che corrono con la Casa di Clermont Ferrand Sete Gibernau merita un posto particolare. Il campione spagnolo, vincitore dell'ultimo GP del Sud Africa davanti a Rossi e Biaggi a parte le prime due gare del 2002 ha sempre corso con pneumatici Michelin, con i quali ha anche vinto il GP di Valencia nel 2001, finendo sul podio di Jerez, in terza posizione, con una Honda nel 1999.

"Le Michelin sono le migliori gomme che io abbia mai utilizzato - confessa Sete - ed i motivi del successo sono chiari: i tecnici francesi stanno ad ascoltare ciò che i piloti hanno loro da dire. Rispetto alla passata stagione sono stati fatti ulteriori passi in avanti, specie dal punto di vista della durata. Un punto fondamentale, perché le attuali moto da Gran Premio, di un litro di cilindrata, hanno cavalli a sufficineza per mandare KO le gomme, se queste non sono ben studiate".

Ma quali sono i problemi che possono presentarsi a Jerez?
"La cosa fondamentale, a Jerez, è avere buone sensazioni dalla gomma anteriore - spiega Gibernau - che deve offrire tenuta e prevedibilità. Il punto più importante del tracciato è quello nel quale si trovano le ultime due veloci curve sulla destra e la la curva a destra che porta al rettilineo dietro ai box. Qui si rimane piegati a lungo, sullo stesso angolo, ed il carico sulla gomma è importante. Naturalmente anche la gomma posteriore è messa a dura prova a Jerez: la potenza, ma soprattutto la coppia dei quattro tempi può rovinare precocemente la gomma ed un pneumatico usurato può essere la causa di una sconfitta, perché non ti permette di rialzare velocemente la moto ed aprire tutto il gas in uscita, per sfruttare tutta l'aderenza a disposizione".

La parte di tracciato che lo spagnolo preferisce è l'ultima curva a destra.
"Si capisce facilmente quando la si è affrontata bene perché i giri sono molto alti e spesso si è al limitatore prima dell'ultimo rampino sulla sinistra", rivela.

Jerez è uno di quei circuiti dove c'è un po' di tutto, incluse frenate in leggera salita o discesa, per questo motivo è un buon banco di prova per le gomme.
"A Jerez non è come essere a Motegi, dove si presentano tutte curve a corto raggio, oppure a Phillip Island, dove, al contrario, si affronta un tracciato sinuoso - spieha Nicolas Goubert - il capo del reparto corse della Michelin - in realtà in Jerez non c'è niente di estremo, ma la difficoltà è che l'asfalto è divenuto molto abrasivo, da quando è stato rifatto nell'inverno del 2001-2002. Da allora, anche a causa del cattivo tempo, a Jerez si è provato poco, ma da quel poco si è capito che ad essere messa a dura prova è soprattutto la gomma anteriore".

Nel 2002 quasi tutti i piloti hanno usato lo stesso tipo di pneumatico, ma dopo l'introduzione del tipo S4 sulla ruota posteriore, la Michelin ha iniziato a sviluppare una nuova copertura anteriore che ha una carcassa diversa dalla precedente. Questo pneumatico è stato adottato da Barros e Checa a Welkom con soddisfazione, perché essendo un po' più dura migliora la stabilità della moto in frenata. A disposizione dei piloti, inoltre, ci sarà anche una gomma posteriore con una nuova mescola.

6/5/2003

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