l'intervista -
28/10/00
Bianco: voglia di imparare
Il debutto nel mondiale a quindici anni
Forse è ancora troppo presto per dire se proseguirà la stirpe dei baby
campioni tricolori, ma intanto lui, Stefano Bianco, la sua chance se
la sta giocando tutta. "E' il miglior regalo che potessi ricevere per
il mio quindicesimo compleanno". Racconta l'aspirante campione dopo
una telefonata al papà per informarlo sull'esito della sua seconda giornata
mondiale.
E
d'altronde non capita a tutti di balzare dal Trofeo Aprilia al palcoscenico
iridato. "Quando sono entrato per la prima volta nel box ed ho visto
il mio team sono rimasto abbagliato. Finora il mondiale l'avevo visto
solo in televisione". Aggiunge Stefano con gli occhi che ancora brillano.
Ma anche se questa ha tutti i contorni di una bella favola ci ha pensato
lo spietato ambiente del Motomondiale a risvegliare il sostituto dell'infortunato
Giansanti nel team Palylife. "E' un altro pianeta. E' bello guardare
i primi, perché vanno fortissimo e c'è molto da imparare. E' dura, me
lo immaginavo". E quanto lo sia Stefano lo ha subito imparato a sue
spese: una scivolata ieri ed un contatto da brivido nell'ultimo turno
di prove con il neo campione del mondo Locatelli - che comunque si è
scusato col novellino per essere entrato forse un po' bruscamente -
in un curvone da quinta. "Giravo per la prima volta con le gomme slick
e quando sono cadute le prime gocce non ho rallentato abbastanza. -
Sembra scusarsi il pilotino Playlife - Ma già oggi le cose vanno meglio".
Stefano infatti ha centrato la qualifica, che era il primo esame da
superare. Ora ci sarà quello ben più impegnativo della gara. "Partirò
tranquillo, cercando di non strafare e badando a non dare fastidio a
nessuno, come mi hanno consigliato di fare Melandri e mio padre". Ma
anche il team manager Alex Fiorio, che qui svolge anche, data l'esperienza
di pilota rallistico, il ruolo di padre putativo. E secondo Fiorio,
la scelta di far debuttare direttamente in un gran premio mondiale questo
quindicenne ancora digiuno di moto GP non è da ritenersi eccessiva.
"Il regolamento lo permette e noi stavamo curando questo ragazzo da
tutto l'anno. E' vero che si tratta di un grosso salto, ma devo dire
che Stefano non ha certo sfigurato rispetto ad altri debuttanti più
esperti: ieri è caduto solamente perché si è trovato con le slick, che
lui non conosceva, sull'asfalto bagnato. Quindi ha subito fatto memoria
della lezione. E' un ragazzo che ascolta molto e sono convinto che abbia
del talento, e la qualificazione al primo colpo la considero un buon
risultato". Questo significa che ha già un futuro tracciato con voi?
"La cosa ideale sarebbe permettergli di disputare l'Europeo 125 e nel
frattempo avere un ruolo da terzo pilota che si occupi anche di effettuare
molti collaudi". Insomma, quello che in F. 1 si chiama "tester"? "Esatto.
E mi meraviglio come altri non ci abbiano ancora pensato nel Motomondiale,
dove tra l'altro è ancora più facile che un pilota sia costretto da
un infortunio a saltare alcune gare".