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1° classificato
500 Kenny Roberts |
1° classificato
250 Daijiro Katoh |
1° classificato
125 Roberto Locatelli |
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2° V. Rossi |
2° S. Nakano |
2° E. Alzamora |
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3° M. Biaggi |
3° M. Melandri |
3° S. Sanna |
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15/10/00 - giorno di gare
- il fatto Locatelli: la forza della tranquillità Con una dimostrazione di superiorità che ha rasentato la forza bruta Roberto Locatelli ha conquistato a Motegi il suo primo titolo mondiale (15° per Aprilia nella velocità: 10 piloti, 5 costruttori), la quinta vittoria stagionale (settima in carriera, 111° per Aprilia), coronando il tutto con la pole-position e con uno stratosferico record della pista giapponese. Si è trattato di un successo meritatissimo che il terzo posto di Simone Sanna, suo compagno di squadra, ha reso più ![]() "Le magliette le porteremo in Australia -ha raccontato emozionata Manuela, figlia di un appassionatissimo di moto, da otto anni fidanzata di Roberto che tra fine anno e inizio 2001 sarà sua sposa- così gli ho fatto fare questa scritta. Lui era tranquillo, ha dormito bene, russando un po' come sempre: si sentiva sicuro. Dopo la caduta di Ui dai box gli dicevo di andare più piano, ma lui non mi ha dato retta, ha fatto di testa sua come sempre". E come sempre Roberto "Loca" Locatelli è arrivato in sala stampa dopo la gara e la cerimonia di premiazione bagnato di champagne, ma molto tranquillo: per lui il successo in gara e nel campionato è stato la normale conseguenza di questa stagione. "Sono felice: dopo anni di sacrifici miei, della mia famiglia e di quella della mia fidanzata Manuela finalmente è arrivato il premio. Ci sono stati momenti difficili, ma ho tenuto duro, perché sapevo che c'era il talento. Sì, ho visto nel maxischermo che una moto rossa era caduta, non sapevo però chi fosse il pilota perché Ui usa due caschi di colore diverso e non sapevo con quale fosse partito: e poi mica potevo guardare la tv, c'era da guidare. Mi sono ripreso quello che mi spettava già in Brasile e cioè il titolo mondiale. Si tratta di un successo costruito nel tempo, fin dalle prove invernali di Jerez, anzi fin dalle riunioni in ufficio con Fiorenzo Caponera, il mio team manager. Dopo tanti anni di critiche ho dimostrato che Locatelli può essere campione: sapevo già da ieri, dalle prove di essere in grado di andarmene da solo. Quando dopo due giri ho visto che avevo un paio di secondi di vantaggio ho tirato e me ne sono andato: un campione deve anche dare dimostrazioni di forza, non può limitarsi a portare a casa il campionato. Ui è caduto per la terza volta in tre giorni: una venerdì, una sabato, una puntuale domenica: gli ho creato molta pressione. In pista mi sentivo forte, mi segnalavano di usare la testa: forse non si sono accorti che Locatelli ha imparato a gestirsi in pista. Comunque sia, dopo la caduta della moto rossa e la scoperta che si trattava di Ui e che avevo il campionato in pugno, ho rallentato un po' il ritmo, stando attento a come cambiavo le marce, a tenere un po' di margine all'esterno delle curve: però vedevo le nuvole e volevo finire in fretta, prima che cambiasse il tempo. Ora sono contento, ma probabilmente mi renderò conto di cosa significa quello che ho ottenuto oggi soltanto nei prossimi giorni. Per il futuro vorrei continuare col team Vasco Rossi e l'Aprilia, ma in 250. Non credo che ci sia nulla di meglio che continuare insieme e credo che Aprilia sappia valutare. L'Aprilia mi ha voluto come "cucciolo" quando forse non ero pronto e nel '95 e '96 sono andato nella squadra di Cirano Mularoni, Cecchini e Baronciani, una squadra piccola, con pochi soldi, ma tanta passione che mi ha ricostruito. Quando sono tornato all'Aprilia nel 1997 ero diventato un "pollo" pronto da cucinare. Infatti oggi Locatelli ha vinto con grinta e tranquillità, ho dimostrato che era giusto che questo titolo quest'anno finisse a lui. Per arrivare qui ho fatto moltissimi sacrifici, ma li ho fatti volentieri, perché ne valeva la pena e perché correre in moto è la mia passione. Ora non vado in vacanza anche se ho vinto il titolo, ma vado subito a Phillip Island in Australia perché voglio dare all'Aprilia anche il titolo costruttori. È vero: ho vinto anch'io in Giappone con una gara di anticipo come Schumacher: mi piacerebbe conoscere il pilota della Ferrari per vedere se è come dicono o no e forse ci riuscirò durante le premiazioni dei campioni del mondo di fine anno, come i "Caschi d'Oro". Vorrei anche ringraziare il mio compagno di squadra Simone Sanna: dopo il malinteso olandese, quando mi superò togliendomi due punti, ci siamo chiariti e mi ha aiutato molto (come in Brasile vincendo): credo che Sanna sarà il futuro di questa squadra e dell'Aprilia in 125". L'identikit
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