L'elettronica sta influenzando in modo sempre più massiccio le competizioni: le MotoGP, in particolare, sono divenute negli ultimi anni dei concentrati incredibili di tecnologia, tanto da portare molti piloti a lamentarsi di questa "invasione" senza limiti degli aiuti alla guida.
In una situazione del genere sta assumendo un ruolo sempre più importante la telemetria, ossia quel lavoro di analisi dei dati che permette di "modellare" la moto attorno al pilota andando a gestire al meglio tutti i parametri elettronici relativi alla mappatura del motore, al ride by wire, al traction control, al freno motore, eccetera.
Un lavoro di cui si parla tanto, ma spesso dal significato un po' oscuro. Per questo abbiamo chiesto a Diego Gubellini, telemetrista di Shinya Nakano all'interno del box del team Gresini, nonché promotore di un corso intitolato "Sistemi di acquisizione dati, e loro utilizzo sulle moto da competizione", qualche spiegazione in più sul suo lavoro.
A cosa serve la centralina in una MotoGP? "Innanzitutto bisogna specificare che nelle normali moto stradali, o nelle superbike, solitamente sono presenti due centraline separate: una relativa alla gestione elettronica del motore e una relativa all'acquisizione dati. La prima controlla l'iniezione elettronica gestendo due iniettori per cilindro, in maniera indipendente cilindro per cilindro, e l'anticipo di accensione (anche questo in maniera indipendente). Per pilotare l'iniezione, la centralina rileva tramite sensori la posizione della farfalla, i giri motore, la pressione nell'airbox e la temperatura dell'aria. La seconda centralina si occupa invece della registrazione dei dati provenienti dai sensori applicati al veicolo e di sincronizzare lo scambio dati verso la stazione fissa (rappresentata solitamente da un semplice PC). In MotoGP si è in presenza (nella maggioranza dei casi) di un'unica centralina che si occupa di entrambe le cose: gestione del motore e acquisizione dati. La possibilità di gestire tutta l'elettronica della moto tramite un'unica centralina, oltre a permettere di ottimizzare il cablaggio e ridurre di conseguenza il peso dell'impianto, permette l'implementazione di alcuni sistemi avanzati di gestione, quali il sistema di controllo di trazione e il cosiddetto ride by wire".
Quanti sensori sono presenti su una MotoGP attuale? "Una MotoGP è equipaggiata da diversi sensori che ne permettono la monitorizzazione accurata. I principali sono i seguenti: velocità ruota anteriore, velocità ruota posteriore, posizione manopola del gas, posizione valvola corpo farfallato, temperature (acqua, olio), sospensioni anteriore e posteriore, giroscopio, accelerometro (3 assi), freno anteriore (pressione e posizione leva), freno posteriore (pressione e posizione leva), frizione (pressione e posizione leva), marcia inserita, sonda lambda (una per cilindro), temperatura gas di scarico (una per cilindro), pressione airbox, temperatura aria, pressione benzina, pressione cilindro (una per cilindro). Oltre a questi dati, vengono registrati in acquisizione anche altri segnali derivati dalla centralina stessa e utilizzati per la gestione del motore, come i tempi di iniezione (una per ogni cilindro) e l'anticipo (una per ogni cilindro)".
Quali di questi dati servono al telemetrista per capire come migliorare la guida? Quali invece servono ai tecnici per capire come migliorare il set-up? "Dovendo lavorare a fianco del capotecnico, il telemetrista analizza i dati di acquisizione sia per capire come migliorare la guidabilità del veicolo sia per ottimizzare il set-up di motore e sospensioni. I segnali fondamentali a cui si fa sempre riferimento sono tutti quelli che rendono conto dell'azione del pilota sul veicolo (gas, freno, sterzo, accelerometri e giroscopi). Oltre a questi devono essere sempre verificati i segnali che danno la misura di come il veicolo risponde: velocità anteriore e posteriore, giri motore, sospensioni.