Rossi spaventa la Honda
Valentino Rossi è in pole, ma questa non è una
notizia. La notizia è che se lui fa il fenomeno, anche la Yamaha
lo asseconda alla perfezione, tanto che Checa ha abbandonato momentaneamente
il ruolo di brutto anatroccolo per issarsi in prima fila, con il terzo
tempo, alle spalle di Gibernau. Sempre
al comando in entrambe le sessioni di prove, in quella pomeridiana,
a pochi minuti dalla fine, Valentino ha superato se stesso abbassando
il tempo della pole, già nelle sue mani, di oltre un secondo.
La reazione degli avversari è stata immediata, ma se Gibernau
è riuscito a limitare il distacco a 380 centesimi, Biaggi, quarto
tempo, si è fermato ad oltre sette decimi. Un abisso, inspiegabile
per il momento anche riconoscendo al folletto di Tavullia doti straordinarie.
Va forte, la M1 ed anche se ora gli uomini di Iwata si affannano a spiegare
che la sua rinascita è iniziata ben prima dell’arrivo di
Rossi – e gli si può credere perché un motore nuovo
non nasce in due mesi – è indubbio che il ruolo di leader
svolto da Valentino all’interno della squadra è stato determinante,
ed ha convinto i giapponesi a cambiare drasticamente metodo di lavoro
ed obiettivi.
Certo, è imbarazzante, ora, parlare di “missile”
Yamaha, ma I distacchi presi dai piloti della Honda lo sono altrettanto.
Soprattutto indietro è la squadra ufficiale HRC: Hayden è
7° ad oltre un secondo, Barros 9°, preceduto anche da Edwards,
ad un secondo e tre. E non basta. Davanti alla squadra ufficiale si
è piazzato anche Tamada, 6° tempo con le Bridgestone. Se
si aggiunge, poi, che anche Nakano con la Kawasaki ha fatto meglio della
premiata coppia Nicky & Alex, la situazione, si fa grigia abbastanza
da far meditare il vertice del colosso nipponico sulle scelte politiche
fatte (o non fatte) fino a questo momento.
Se è crisi per la Honda, figuriamoci per la Ducati che, dopo
essersi illusa nel 2003, quest’anno deve fronteggiare una realtà
parecchio dura. La migliore delle Desmosedici, infatti, è quella
di Rubens Xaus che ha portato in dodicesima posizione la vecchia moto,
staccando di pochissimo Capirossi che con la nuova D16 GP4 è
solo 15°.
Ancora nelle canne, come a Welkom del resto, Troy Bayliss, due posizioni
più indietro e preceduto anche dall’Aprilia di Shane Byrne,
un pilotino niente male, tenendo conto della sua inesperienza.
Come niente male continua a guidare la vetusta WCM Michel Fabrizio,
non qualificatosi, come il suo compagno di squadra Chris Burns, a causa
del supergiro di Valentino. Speriamo che nel turno conclusivo non piova.
Per Michel, per Chris, ma anche per molti altri…
Porto, pole col botto
Sono momenti duri per la Honda. Se, infatti, nella classe regina le
prende dalla Yamaha, in 250 è sempre l’Aprilia ad indicare
la via.
La vittoria di Pedrosa a Welkom, insomma, al contrario di quella di
Rossi, potrebbe essere un evento isolato. O almeno questo è quanto
potrebbe indicare la pole di Sebastian Porto, autore ieri anche di un
clamoroso tuffo dal quale si è alzato indenne. Alle spalle dell’argentino,
finalmente, è riapparso il campione del mondo in carica, Manuel
Poggiali. A far tremare la casa veneta, comunque, è ancora il
giovane (e leggero) campione del mondo della 125 che con I suoi 47 chili
dichiarati fa volare la Honda abbastanza per precedere l’esperto
De Puniet. Non si tratta, comunque, solo di un vantaggio di peso, visto
che con la moto giapponese ha fatto molto bene anche Roberto Rolfo,
quinto tempo davanti a Toni Elias, decisamente sottotono rispetto alle
aspettative. A completare la seconda fila alter due moto italiane, quelle
di Fonsi Nieto e di Alex De Angelis con Franco Battaini, nono tempo,
miglior privato, come sempre.
La sorpresa di Simoncelli
I suoi rivali sono in crescita, ma nella 125 è ancora l’Aprilia
la moto da battere. Ce lo hanno detto, ieri, le prime prove della 125
che hanno visto,a sorpresa, svettare su tutti Marco Simoncelli, il 17enne
rivelazione di Cattolica, scoperto l’anno passato da Massimo Matteoni
ed approdato quest’anno alla casa veneta nel team di Fiorenzo
Caponera, anche lui un talent-scout mica da ridere.
Alle spalle dell’italiano Alvaro Bautista, quindi la KTM di Casey
Stoner ed ancora un’altra Aprilia, quella dell’esperto Pablo
Nieto.
Solo quinto, ma staccato di appena tre decimi, il trionfatore di Welkom,
Andrea Dovizioso, con la Honda, diviso come in Sudafrica da pochi centesimi
dal simpatico Roberto Locatelli.
E’ sempre lotta, nella 125 fra I giovani e fra chi non lo è
più, come Youichi Ui, 7° tempo davanti al finlandese Kallio.
Per il momento ancora un po’ in ombra il resto degli italiani,
con Giansanti 10°, Borsoi 13°, pasini 16°, Perugini 19°
con la Gilera e Ballerini 20°.
Per il momento intoccato il record della pista, fatto segnare l’anno
passato proprio da Perugini con l’Aprilia in 1.47.766. Anche la
pole è ancora nelle mani di Pedrosa che nel 2003 fece segnare
uno stratosferico 1.46.897.