venerdì 30/4/2004
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Rossi spaventa la Honda
Valentino Rossi è in pole, ma questa non è una notizia. La notizia è che se lui fa il fenomeno, anche la Yamaha lo asseconda alla perfezione, tanto che Checa ha abbandonato momentaneamente il ruolo di brutto anatroccolo per issarsi in prima fila, con il terzo tempo, alle spalle di Gibernau. Sempre al comando in entrambe le sessioni di prove, in quella pomeridiana, a pochi minuti dalla fine, Valentino ha superato se stesso abbassando il tempo della pole, già nelle sue mani, di oltre un secondo.
La reazione degli avversari è stata immediata, ma se Gibernau è riuscito a limitare il distacco a 380 centesimi, Biaggi, quarto tempo, si è fermato ad oltre sette decimi. Un abisso, inspiegabile per il momento anche riconoscendo al folletto di Tavullia doti straordinarie.
Va forte, la M1 ed anche se ora gli uomini di Iwata si affannano a spiegare che la sua rinascita è iniziata ben prima dell’arrivo di Rossi – e gli si può credere perché un motore nuovo non nasce in due mesi – è indubbio che il ruolo di leader svolto da Valentino all’interno della squadra è stato determinante, ed ha convinto i giapponesi a cambiare drasticamente metodo di lavoro ed obiettivi.
Certo, è imbarazzante, ora, parlare di “missile” Yamaha, ma I distacchi presi dai piloti della Honda lo sono altrettanto.
Soprattutto indietro è la squadra ufficiale HRC: Hayden è 7° ad oltre un secondo, Barros 9°, preceduto anche da Edwards, ad un secondo e tre. E non basta. Davanti alla squadra ufficiale si è piazzato anche Tamada, 6° tempo con le Bridgestone. Se si aggiunge, poi, che anche Nakano con la Kawasaki ha fatto meglio della premiata coppia Nicky & Alex, la situazione, si fa grigia abbastanza da far meditare il vertice del colosso nipponico sulle scelte politiche fatte (o non fatte) fino a questo momento.
Se è crisi per la Honda, figuriamoci per la Ducati che, dopo essersi illusa nel 2003, quest’anno deve fronteggiare una realtà parecchio dura. La migliore delle Desmosedici, infatti, è quella di Rubens Xaus che ha portato in dodicesima posizione la vecchia moto, staccando di pochissimo Capirossi che con la nuova D16 GP4 è solo 15°.
Ancora nelle canne, come a Welkom del resto, Troy Bayliss, due posizioni più indietro e preceduto anche dall’Aprilia di Shane Byrne, un pilotino niente male, tenendo conto della sua inesperienza.
Come niente male continua a guidare la vetusta WCM Michel Fabrizio, non qualificatosi, come il suo compagno di squadra Chris Burns, a causa del supergiro di Valentino. Speriamo che nel turno conclusivo non piova. Per Michel, per Chris, ma anche per molti altri…

Porto, pole col botto
Sono momenti duri per la Honda. Se, infatti, nella classe regina le prende dalla Yamaha, in 250 è sempre l’Aprilia ad indicare la via.
La vittoria di Pedrosa a Welkom, insomma, al contrario di quella di Rossi, potrebbe essere un evento isolato. O almeno questo è quanto potrebbe indicare la pole di Sebastian Porto, autore ieri anche di un clamoroso tuffo dal quale si è alzato indenne. Alle spalle dell’argentino, finalmente, è riapparso il campione del mondo in carica, Manuel Poggiali. A far tremare la casa veneta, comunque, è ancora il giovane (e leggero) campione del mondo della 125 che con I suoi 47 chili dichiarati fa volare la Honda abbastanza per precedere l’esperto De Puniet. Non si tratta, comunque, solo di un vantaggio di peso, visto che con la moto giapponese ha fatto molto bene anche Roberto Rolfo, quinto tempo davanti a Toni Elias, decisamente sottotono rispetto alle aspettative. A completare la seconda fila alter due moto italiane, quelle di Fonsi Nieto e di Alex De Angelis con Franco Battaini, nono tempo, miglior privato, come sempre.

La sorpresa di Simoncelli
I suoi rivali sono in crescita, ma nella 125 è ancora l’Aprilia la moto da battere. Ce lo hanno detto, ieri, le prime prove della 125 che hanno visto,a sorpresa, svettare su tutti Marco Simoncelli, il 17enne rivelazione di Cattolica, scoperto l’anno passato da Massimo Matteoni ed approdato quest’anno alla casa veneta nel team di Fiorenzo Caponera, anche lui un talent-scout mica da ridere.
Alle spalle dell’italiano Alvaro Bautista, quindi la KTM di Casey Stoner ed ancora un’altra Aprilia, quella dell’esperto Pablo Nieto.
Solo quinto, ma staccato di appena tre decimi, il trionfatore di Welkom, Andrea Dovizioso, con la Honda, diviso come in Sudafrica da pochi centesimi dal simpatico Roberto Locatelli.
E’ sempre lotta, nella 125 fra I giovani e fra chi non lo è più, come Youichi Ui, 7° tempo davanti al finlandese Kallio.
Per il momento ancora un po’ in ombra il resto degli italiani, con Giansanti 10°, Borsoi 13°, pasini 16°, Perugini 19° con la Gilera e Ballerini 20°.
Per il momento intoccato il record della pista, fatto segnare l’anno passato proprio da Perugini con l’Aprilia in 1.47.766. Anche la pole è ancora nelle mani di Pedrosa che nel 2003 fece segnare uno stratosferico 1.46.897.

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