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La Formula Uno nella MotoGp passa dalle hospitality Il grande circo delle due ruote approda in Europa e rispetto alla gara
di Welkom, dove la sistemazione dei team era pressochè provvisoria,
arrivano nel paddok le grandi hospitality. Si parla frequente da queste parti, perlomeno dall'arrivo delle quattro tempi, di un crescente e smanioso aumento dei costi di gestione delle squadre, ma da cosa è dovuto queto fenomeno? Certamente la crescente tecnologia impone a tutti un adeguamento al rialzo delle attrezzature, dei mezzi tecnici, delle persone che lavorano sulle moto, sugli apparati elettronici e così via. Tutto questo è rivolto esclusivamente alle corse e ciò potrebbe bastare a limitare i costi, ma si sa, non si corre solo per il puro piacere di farlo. C'è sempre qualcuno che paga, che fa un investimento e che dunque vuole il suo tornaconto. Dunque, a Jerez, il circo ha montato le sue tende che si chiamano hospitality. Mega saloni dotati di tutti i comfort, divani in pelle, ristoranti, televisione satellitare, sale riunioni, e molto altro ancora. A che serve tutto ciò? Potrebbe essere superfluo dirlo, o sconcertante allo stesso tempo, serve a testimoniare la potenza dello sponsor, più delle potenzialità della squadra stessa. Di hospitality ce ne sono di tutti i gusti e per tutte le tasche, ma il 2004 vede un'impennata di costi modello F1. Ed in effetti alcune di queste strutture ricordano da vicino le faraoniche hospitality viste per esempio ad Imola in occasione del Gp di San Marino. Varie sono le tipologie che permettono ad uno, due o addirittura tre bilici di diventare hospitality. Il team di Valentino Rossi ha scelto la soluzione di due bilici uniti nel mezzo da una tensostruttura con sotto tutti i servizi di ristorazione e accoglienza, quello di Max Biaggi idem, ma a collegare i due rimorchi di camion c'è una struttura semirigida con vetrate (in plexiglass) a simulare una facciata. Esagerata la soluzione della Ducati. Tre elementi, due bilici e un pullman con ingresso sopraelevato. All'interno divani in pelle rossa, uffici, ristorante, un inno alla potenza della multinazionale del tabacco che sponsorizza la casa di Borgo Panigale. Più sobria, ed in linea con i tempi che sta passando, l'Aprilia, che fonda la sua hospitality su un solo bilico, allargato sui due lati più lunghi da una struttura semirigita trasparente dall'aspetto high tech. Anche il team Gresini non scherza con la sua enorme "casa azzurra". Ma a questo punto, se è vero, come dicono i bene informati del paddock che questi salotti viaggianti arrivino a costare fino a 3 miliardi delle vecchie lire, per abbassare i costi senza rinunciare allo spettacolo, si saprebbe già dove mettere le mani, sponsor permettendo. |
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