il fatto 12/10/2003
- giorno di gare
Cinque volte Rossi
La voglia di vincere, Gibernau, la mostra fin dal via quando scatta
in testa, seguito da Checa, Capirossi, Rossi, Biaggi ed Hayden. Barros,
invece, è subito in terra, anche se coraggiosamente rimonta in
sella per proseguire la sua gara. Intanto ci mette poco, però Valentino
a superare i due avversari, ed al secondo è già dietro a
Sete, con Checa in scia, quindi Biaggi, Capirossi e Hayden, mentre leggermente
più staccati seguono Bayliss, Nakano, Ukawa ed Haga.
Una volta alle spalle di Sete Rossi lo segue per un po', senza riuscire
a passarlo. La manovra però gli riesce al sesto giro, mentre nel
frattempo, dietro di lui, in terza posizione, si è installato Biaggi
davanti a Checa, che a sua volta ha un piccolo vantaggio su Capirossi
ed Hayden, che controllano Bayliss il quale ha un buon vantaggio su Nakano
ed Ukawa, in lotta fra di loro.
Con le posizioni così congelate l'unica lotta ravvicinata è
quella fra Capirex ed Hayden, che riesce a volgerla a proprio favore grazie
al migliore equilibrio complessivo della RC211V rispetto alla Desmosedici.
Superato Loris Nicky non si accontenta e mentre Rossi procede tranquillo
al comando con poco meno di due secondi vantaggio su Gibernau ed oltre
quattro su Biaggi, Hayden è a ruota del pilota della Yamaha. Carlos,
però, è un pilota esperto e quando l'americano lo supera,
allargando la traiettoria, gli rimette le ruote davanti. Nel frattempo
Rossi ha proseguito la sua tranquilla galoppata in testa alla corsa. Quando
mancano tre giri alla conclusione il suo vantaggio su Gibernau è
di quasi due secondi, mentre Biaggi, partito con una copertura posteriore
soffice si è staccato e segue a meno sette da Valentino.
Intanto Hayden ce la fa e Checa, ormai allo stremo, cede la posizione,
mentre Rossi, dopo aver tagliato il traguardo ed essersi dapprima fermato
ai box per ringraziare il suo team, riprende per fermarsi fra i suoi tifosi
che, travestiti da carcerati, lo "liberano" dalle catene. Honda,
è questo il vero addio?
Elias accorcia le distanze
Elias non ha ancora rinunciato al titolo. Lo ha dimostrato a Sepang, partendo
benissimo e tirandosi dietro subito il compagno di squadra Fonsi Nieto,
quindi Poggiali, Rolfo, De Puniet e Battaini. Porto e Debons, invece,
erano penalizzati per partenza anticipata, subendo uno stop and go. Mentre
Toni, così come a Motegi, scappava in testa, Nieto faceva il suo
lavoro mantenendosi davanti al pilota di San Marino. Resisteva per poco,
però, Fonsi, appena un paio di giri prima di cedere la seconda
posizione a Manuel, mantenendo comunque la sua scia. Intanto Rolfo era
in lotta con De, Puniet, mentre Battaini controllava tranquillamente la
sesta posizione davanti a Matsudo e West.
Era una gara senza storia, il GP della Malesia. Perlomeno per quanto riguarda
la vittoria, perché alle spalle di Toni Manuel e Fonsi duellavano
per tutti e venti i giri in programma. Ad una sola tornata dalla fine
Nieto sorprendeva Poggiali, riuscendo a mettergli le ruote davanti, ma
il sanmarinese replicava, riuscendo, proprio sulla linea del traguardo,
a precedere, in volata, il rivale di appena undici millesimi di secondo.
Una impresa che consentiva alla prima guida dell'Aprilia di mantenere
il comando del mondiale con 25 punti di vantaggio sia su Elias che su
Rolfo a due gare dalla conclusione del campionato.
Pedrosa, vittoria e titolo
Il più veloce al via, come spesso accade, è Pedrosa, ma
alle sue spalle Kallio, Lorenzo e Perugini non si fanno sorprendere, quindi
seguono Dovizioso, Jenkner, Azuma e Stoner. Purtroppo la rincorsa di Perugini
è di brevissima durata: il pilota di Sutri rompe al secondo giro,
regalando di fatto allo spagnolo il titolo iridato su un piatto d'argento.
In realtà Daniel non ha bisogno di aiuto perché al quinto
giro il suo vantaggio su un gruppetto composto da Stoner, Lorenzo, Kallio,
Azuma, Luthi, De Angelis, Dovizioso e Jenkner è già di quasi
tre secondi.
Mentre il vantaggio di Pedrosa continua ad aumentare, alle sue spalle
il gruppo si frantuma: Lorenzo e Kallio danno vita ad un bel duello, mentre
Luthi, Azuma, Stoner, De Angelis vengono raggiunti da Giansanti che supera
Jenkner.
A sette giri dalla fine Stoner, come spesso gli accade, vola in terra,
abbandonando la compagnia.
Tre giri dopo lo imita il suo caposquadra, Cecchinello, mentre si trovava
in decima posizione.
Così la gara termina con Pedrosa, nuovo campione del mondo, con
Kallio che brucia in volata Lonrenzo, a sua volta seguito da Luthi, Azuma,
De Angelis e Giansanti. |