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l'assetto - 3/6/2003
L'assetto al Mugello
Il circuito del Mugello è caratterizzato da curve da media ad alta velocità inserite in un tracciato estremamente variato, dal punto di vista altimetrico. Una ulteriore caratteristica dell'autodromo toscano è il suo lunghissimo rettilineo, oltre un Km, che probabilmente permetterà un nuovo record di velocità, visto che già l'anno passato la Honda RC211V di Ukawa sfrecciò nelle prove ufficiali a 324,5 Kmh, mentre la Yamaha M1 di Biaggi raggiunse in gara i 322,8 Kmh.

Su un circuito come quello appena descritto bisogna avere una moto estremamente ben bilanciata, per vincere, e non è un caso se proprio il Mugello sia il tracciato di elezione di alcune case che hanno deciso di utilizzarlo proprio per lo sviluppo dei loro mezzi.
Al Mugello, aver trovato il miglior assetto, significa aver cercato il miglior compromesso fra la tenuta sul veloce e l'agilità necessaria per consentire alla moto di cambiare direzione rapidamente nelle difficili "esse" che caratterizzano la prima parte del tracciato.

Se circuiti come quello di Le Mans richiedono un avantreno estremamente solido, per via delle brusche frenate, questa particolarità è meno richiesta al Mugello, dove peraltro l'asfalto è assai meno sconnesso. Importante, piuttosto, è riuscire a far mantenere la corretta traiettoria in accelerazione alla moto in uscita, evitando che il posteriore si "sieda" sotto l'effetto delle forti accelerazioni e della forza centrifuga che si fa sentire, per esempio, nella famosa doppia curva dell' "Arrabbiata", dove la sopraelevazione consente elevate velocità di percorrenza.

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