il fatto 8/6/2003
- giorno di gare
Rossi vince, Capirossi trionfa
Era il favorito ed ha vinto, Valentino Rossi, ma non ha dominato.
Sulla sua strada, infatti, ha trovato per la prima parte della gara Max
Biaggi e poi, quando questi è leggermente calato, un irriducibile
Loris Capirossi che, dopo il solito, eccezionale, avvio, ha corso senza
complessi portando la sua
Ducati Desmosedici ad una meritatissima seconda posizione.
Ha rischiato molto, Loris, ma se l'è potuto permettere. Quello
che infatti perdeva in certi punti del tracciato lo riguadagnava sul rettilineo,
che la Ducati ha divorato, al suo meglio, a 332.4 Kmh. Una velocità
pazzesca.
La parte più bella della gara, la più emozionante, non è
stata la prima, il duello Biaggi-Rossi, bensì la seconda, lo scontro
Max-Loris. Più di una volta, infatti, i due italiani si sono toccati,
facendo risuonare le carenature delle loro moto come scudi. Alla fine
la meglio l'ha avuta Capirossi, che ha costretto il romano alla resa.
E' la terza volta che i nostri tre Azzurri si sfidano a questo livello:
accadde due volte nel 2000. Al Mugello vinse Capirossi, a Phillip island
Biaggi, il terzo incontro, a due anni di distanza, è andato a Rossi.
Con tre fuoriclasse come i nostri così in forma, il pubblico, 80.000
persone, ha assistito di fatto a due gare. Della seconda il protagonista
è stato Makoto Tamada che con la Pramac-Honda gommata Bridgestone
ha vinto la volata contro Nakano, Ukawa e Gibernau. Il quartetto ha finito
a 13 secondi da Rossi, mentre Checa, ottavo, ne ha presi 22 e l'Aprilia
di Edwards, alle sue spalle, 33. Un po' opaca la gara di Melandri, che
ha finito 11° a quasi 39 secondi, superato anche da Jacque. In terra,
invece, sono finiti Roberts ed Hopkins, cadendo simultaneamente, quindi
ad assaggiare l'asfalto è toccato a Barros, Haga e Bayliss. Non
hanno finito la gara, invece, entrambe le Proton KR.
Poggiali in solitudine
Ha dovuto lottare per tredici giri, Manuel Poggiali, per aggiudicarsi
il Gran Premio d'Italia. Il suo avversario è stato Randy De Puniet,
che l'ha seguito come un'ombra per due terzi della gara, prima di incappare
in una scivolata che ha spazzato via ogni sua velleità di vittoria.
Anche in terra, però, il francese non si è dato per vinto
e, recuperata la moto, niente affatto danneggiata, grazie al consistente
vantaggio - 10 secondi - che assieme a Manuel aveva accumulato sulla concorrenza
ha ripreso la competizione in quinta posizione, assieme a Fonsi Nieto
e Battaini e davanti a Rolfo, in difficoltà per una precedente
sbandata. Purtroppo la voglia di strafare l'ha tradito e quando mancavano
tre giri alla fine Randy, che aveva recuperato sino alla terza posizione,
è caduto nuovamente. Questa volta distruggendo la sua Aprilia.
Con Poggiali in testa con venti secondi di vantaggio la gara a questo
punto non ha avuto storia e non è restato altro che seguire la
volata per il terzo posto alle spalle di Nieto, vinta da Battaini davanti
a Rolfo.
Cecchinello, mai dire mai
L'Aprilia, quest'anno, ha puntato su Lucio Cecchinello, per contenere
l'arrembante Daniel Pedrosa e probabilmente non ha sbagliato. Se, infatti,
lo spagnolo è il miglior pilota della Honda, l'italiano, oggi,
è quello che ha le migliori possibilità di contenere la
sua fuga ed anche di arrestarla, come ha fatto al Mugello vincendo grazie
ad un mezzo perfetto e nettamente superiore a quello della concorrenza,
ma anche, forse, semplicemente più a punto. Se, infatti, la gara
si è svolta con il classico serpentone composto da Cecchinello,
Pedrosa, Jenkner, Dovizioso, Stoner, Nieto, De Angelis, Ui, Perugini,
è stato Lucio a controllare le operazioni. Quasi sempre in testa
l'ex cascatore del motomondiale non ha mai rischiato più del dovuto,
lasciando che a farlo fossero gli altri, come Stoner, che in una caduta
ha coinvolto Jenkner. Non aveva mai vinto, Cecchinello, al Mugello, e
nemmeno era mai salito sul podio, in questa occasione, invece, non ha
dovuto nemmeno tirare la volata. Ha vinto, come si dice, a mani basse
davanti a Pedrosa e Pablo Nieto. Un risultato grazie al quale, ora, si
ritrova a pari merito con lo spagnolo in testa al mondiale con 91 punti,
davanti a Dovizioso (67), Jenkner (60) e Perugini (54).
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