Questa settimana ne abbiamo lette di meravigliose. C’è chi ha parlato di una crisi della Michelin, chi ha auspicato una immediata revisione del regolamento attuale che contingenta gli pneumatici. Altri sono andati in giro con il doppio decimetro il mano a misurare i codoni cogliendo apparentemente in fallo la Ducati, ed è stata l’occasione per invocare dure sanzioni contro chi contravviene i regolamenti.
Ci siamo anche divertiti ad ascoltare il migliore pilota al mondo parlare di complotti orditi nei suoi confronti dal suo gommista, scoprendo con vera meraviglia e piacere, che il complottismo che faceva sorridere quando veniva da destra, è una verità rivelata quando arriva da sinistra.
E’ strano però che chi ora auspica l’arrivo della Santa Inquisizione, nel recente passato fosse pervicacemente contrario a reclami ed applicazioni alla lettera del regolamento.
Facciamo dunque un rapido passo indietro, prima di tornare al presente e poi parlare del futuro.
I REGOLAMENTI – Le regole nascono per mettere tutti sullo stesso piano ed avere delle norme comuni di comportamento. La società civile sopravvive grazie a questo, e lo sport anche. Il doping è vietato perché favorisce alcuni a danno di altri. Per questo motivo, anche se il vantaggio era risibile fece bene la Honda a fare reclamo contro la Yamaha nel GP del Qatar del 2004. Non c’è dubbio, infatti, che la squadra di Rossi pulendo la piazzola di partenza del suo pilota cercò di ottenere una migliore aderenza. Ora che ci fosse riuscita o meno, non ha alcuna importanza. Come non ha alcuna importanza che fosse o meno a conoscenza della regola.
IGNORANTIA LEGIS NON EXCUSAT.
Ciò vale, ovviamente, per le bandiere, di qualunque colore. Se non si obbedisce si viene sanzionati, esattamente come viene multato chi passa con il rosso, indipendentemente o meno dal fatto che l’incrocio sia libero. Il concetto di interpretazione di un DIVIETO sancito è sconosciuto al diritto.
E passiamo al resto.
CONTROLLI AD HONDA E DUCATI – Vengono fatti dei controlli, periodicamente, anche se non gli viene data grande pubblicità. Per esempio nel GP del Qatar alla Ducati è stata verificata la capacità del serbatoio del carburante (21 litri) e la temperatura della benzina (è proibito raffreddarla perché così diminuendo il volume se ne potrebbe imbarcare di più).
In Spagna, a Jerez, invece, sono stati aperti i motori della Honda RC212V. Tutto regolare.
Come il nuovo codone della Ducati, nato per imitare nelle forme quello della 1098, in omaggio al marketing e modificato quando a Borgo Panigale si sono resi conto che il punto di partenza della misurazione poteva essere interpretato e quindi era meglio mettersi completamente dalla parte della ragione, visto che non esistevano motivi per non farlo.
Nessuna delazione, dunque, né della Dorna, né tanto meno dell’Irta. Nessun controllo tecnico non passato. E questo è importante perché significa che fra le squadre c’è reciproca fiducia. La MotoGP non è la F.1, ma siamo legalisti e anche se l’aerodinamica non gioca un ruolo così importante ha fatto bene la casa Bolognese ad evitare agli avversari una protesta (qualora avessero deciso di farla) che li avrebbe fatti precipitare nel ridicolo.
Già, perché se in F.1 si misura la flessibilità di un profilo alare, che può essere progettato per “stallare” in rettilineo, diciamo sopra i 250 Km/h, favorendo la velocità di punta, per trovare un vantaggio aereodinamico in 1,5 cm sarebbero serviti calcoli ben accurati.
LA CRISI DELLA MICHELIN – E veniamo alla supposta crisi della Michelin ed al maledetto nuovo regolamento che non permette ai piloti veri di emergere.
Innanzitutto parlare di crisi per una casa che da anni domina nella classe regina e che nel 2006 ha centrato 13 vittorie e ben 8 triplette sul podio ci pare quantomeno azzardato, considerando che la Bridgestone ha vinto solo 4 Gran Premi facendo doppietta solo a Valencia con Bayliss