Strana gente gli italiani! All'inizio di una stagione (l'attuale) che vede al via ben quattro piloti italiani nella MotoGP (siamo la Nazione più rappresentata!), già cominciano a parlare di quello che accadrà domani, di cosa succederà dopo Valentino Rossi. dimenticando che Marco Melandri ha solo 25 anni e Andrea Dovizioso ancora meno (22). .E che le altre Nazioni (anche quelle che vanno più di moda oggi, tipo la Spagna) non hanno numeri diversi. La vittoria, poi, di Mattia Pasini nella 250 ha solo confermato che qualcuno dietro c'è ancora.
Il problema del "grido di allarme" nasce, invece, a nostro giudizio, anche da alcune posizioni di parte che continuano a soffiare sulla questione della 250 GP.
L'ultimo (sinora.) orientamento della Dorna e della FIM per la futura GP2 (in altre parole la nuova 250) prevede un motore bicilindrico 4T con una cilindrata di 500 cc. La scelta della mezzolitro ha prevalso rispetto alla 400, perché i legislatori vorrebbero impedire l'utilizzo di motori da MotoGP divisi a metà, favorendo così una maggiore economia nella costruzione e nella gestione dei nuovi propulsori che dovrebbero essere più semplici.
Stando alle analisi dei tecnici della FIM le prestazioni dovrebbero essere analoghe a quelle dell'attuale 250 GP, che, è bene ricordarlo, nel 2008 ha avuto meno richieste rispetto ai posti disponibili e questo non può essere ricondotto alla sola crisi economica.
E' indiscutibile il ruolo formativo che ha sinora svolto la quarto di litro ma il mondo cambia, si evolve e soprattutto non aspetta!
Le belle prestazioni nelle prove invernali e nella prima gara dell'anno di Jorge Lorenzo, Andrea Dovizioso e Alex De Angelis, hanno prepotentemente riportato alla ribalta due aspetti: il cambio generazionale e la classe-scuola.
Per il primo, vedremo nel corso della stagione 2008 cosa accadrà e come si comporteranno i nuovi arrivati alle prese con i mostri sacri della MotoGP, mentre per il secondo il discorso si allarga, toccando il mondo dell'attuale 250 GP che deve prevedere un percorso formativo per le future generazioni che si troveranno a salire su moto dalle caratteristiche molto diverse da quelle che alcuni andranno poi a guidare.
Chi vive nel mondo della MotoGP ha però una visione troppo chiusa e monotematica (spesso non ha mai visto un gara del Campionato quattro tempi!) che gli impedisce di analizzare altre possibili strade.
Mentre nella 125 GP moltissimi giovanissimi sono buttati allo sbaraglio da team manager non troppo attenti alle logiche di crescita e di maturazione dei piloti, nella Supersport si fatica a trovare qualcuno che lanci un giovane nella propria squadra. Per fare un esempio italiano, gli unici che hanno fatto abbastanza regolarmente questa scelta sono stati Salvatore Giorlandino (manager del team Althea-Hannespree) e Vanni Lorenzini (Yamaha Team Italia by Lorenzini). Il primo ha scommesso in passato, spinto dalla Honda sul giovane francese Tiberio e quest'anno per sostituire uno dei suoi piloti ufficiali, infortunatosi, ha investito sul giovane Antonelli che corre per la squadra di Colleferro nella STK 1000, dopo aver gareggiato nella STK 600. Lorenzini ha costruito un percorso con i suoi piloti, prima con Vizziello, che ha portato anche in SBK, e poi con Roccoli.
Antonelli, Vizziello e Roccoli, tutti nomi che hanno fatto parte del progetto Maglia Azzurra e Team Italia della Federazione Motociclistica Italiana. ma questo è un altro discorso.
Dal Campionato Europeo Superstock 600, poi, sono usciti piloti molto interessanti. Alcuni nomi? Maxime Berger (campione 2007, nella foto con il numero 21), Xavier Simeon (campione 2006), Davide Giugliano, lo stesso Andrea Antonelli (vice campione 2007) che correranno quest'anno nella STK 1000: quindi, la scelta non manca.
Dal punto di vista tecnico, sia Chris Vermeulen sia James Toseland hanno dimostrato che - esperienza a parte - non bisogn