giovedì 2/9/2004
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L'assetto ad Estoril
Situato a soli sette chilometri dalla costa portoghese, l’Autodromo Fernanda Pires de Silva deve spesso subire i capricci meteorologici dell’Oceano Atlantico. I 4.182 metri della pista, che si trova su una collina, sono spesso in balia degli elementi che non fanno lesinare pioggia e vento improvvisi, al punto che accurate previsioni meteorologiche per il fine settimana di gara sono pressoché impossibili.

Estoril è un circuito caratterizzato da estremi contrasti. Grazie a uno dei rettilinei più lunghi del calendario MotoGP le moto possono raggiungere velocità massime vicine ai 320kmh, tuttavia la chicane è probabilmente la curva più lenta tra tutte quelle incontrate nelle 16 piste su cui si svolge il campionato. La pista detiene il “record” della velocità media più bassa; ad esempio, il giro record di Rossi superava appena i 150kmh. La curva numero cinque, che si percorre a 200kmh, e l’ultima curva – la Parabolica – sono due degli esami più difficili che piloti e moto devono superare e dove si mettono in evidenza il talento e le capacità tecniche del mezzo in curva. Tuttavia il gas viene raramente aperto fino in fondo nella parte restante del circuito, che è tortuosa e piena di curve da percorrere in seconda o terza marcia.

Con sfide tanto diverse da affrontare, gli ingegneri, assieme ai tecnici della Michelin, non hanno altra scelta che optare per un assetto che sia un compromesso per le due diverse situazioni. Le sospensioni, sia anteriori che posteriori, dovranno avere delle regolazioni che lavorino al meglio nella parte finale della gara per poter venire in aiuto ai pneumatici consumati dal duro lavoro che richiedono le nove curve a destra e le quattro a sinistra.

Vista la necessità di un utilizzo veloce e sensibilissimo della manopola del gas nella zona delle curve, una buona mappatura del motore e una risposta “dolce” all’apertura del gas sono fondamentali all’Estoril.


 

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