Rossi ipoteca il titolo
Si è decisa subito al via la gara di Max Biaggi, in una collisione
con Capirossi che, alle spalle di Rossi, lo ha involontariamente chiuso,
spedendolo nella sabbia. Fuori lui, Valentino, al comando, è andato
subito in fuga, seguito da Tamada, Barros, Gibernau, Melandri e Checa
mentre Capirossi è scivolato subito in undicesima posizione.
Un'altro tipo di scivolata l'ha fatta, ma all'ottavo giro, Melandri, perdendo
l'avantreno in frenata in ingresso di curva e distruggendo la sua M1 "Spiderman".
Poco dopo usciva di scena, rientrando ai box, Michel Fabrizio.
Nel frattempo Rossi proseguiva la sua cavalcata solitaria, controllando,
alle sue spalle, Tamada, mentre più staccati seguivano Barros e
Gibernau. Staccatissimo, in quinta posizione, c'era Checa, quindi Hopkins,
Bayliss e Capirossi.
L'attacco di Tamada a Rossi iniziava a nove giri dalla fine, allorché,
forse grazie alla migliore tenuta delle sue gomme, iniziava a rosicchiare
all'avversario decimi ad ogni giro.
L'illusione per il giapponese, però, dura pochi giri. Accortosi
di essere nel suo mirino, infatti, Valentino accelera, mantenendo costante
il vantaggio ed andandosene a vincere in sicurezza davanti a Tamada, Barros
e Gibernau.
L'aveva detto Fukui: nessun ordine di scuderia. Rossi, rispettosamente,
ringrazia.
Elias piega Porto
Non gli basta a Pedrosa, scattare dalla pole. A prendere il comando delle
operazioni, infatti, è subito Porto, seguito da Elias, quindi seguono
De Puniet ed il leader del mondiale, a sua volta con in scia De Angelis,
West, Debon e Poggiali.
Da subito è chiaro che, questa volta, Pedrosa non sarà della
partita., ma non per sua colpa: la gomma posteriore, infatti, da subito
è apparsa sottogonfiata per una perdita di pressione. Grazie a
ciò, comunque, Porto ed Elias si involano, rimangono attardati
alle loro spalle De Puniet e Dani quindi, staccato, De Angelis che a sua
volta controlla West e Poggiali.
Non è, il GP del Portogallo della 250, propriamente una gara entusiasmante,
ma lì davanti Porto ed Elias si scambiano frequentemente posizione,
anche a causa di frequenti errori di guida, fintantoché l'argentino
in pieno rettilineo fa cenno allo spagnolo di darsi una calmata. Consiglio
cheToni, ovviamente non segue, tanto che nell'ultimo giro riesce a beffare
Porto, mentre alle loro spalle gli avversari sfilano nell'ordine.
Seedorf manda in goal Barbera
Ama la tranquillità, Dovizioso, per questo all'Estoril ha cercato
subito la solitudine nella fuga, seguito da Stoner, Corsi, Kallio, Barnera,
Simoncelli, Locatelli e Perugini. Mentre il pilota della Honda, con un
leggero vantaggio, guidava tranquillo, com'era nelle premesse, alle sue
spalle era bagarre. Il primo a acadere era Jenkner, poi toccava a Pasini
quindi, al sesto giro, Corsi toccava la marmitta a Stoner, al quale non
era entrata una marcia, cadendo praticamente sul dritto e costingendo
il pilota della KTM al ritiro con la marmitta piegata.
Al 10° giro il colpo di scena: Dovizioso rallenta bruscamente e guarda
la sua ruota posteriore, forata da una vite (da legno!), mentre i suoi
avversari lo sfilano sul rettilineo. Il giro successivo Dovi entra ai
box mentre Locatelli si rende protagonista di un dritto che gli fa perdere
numerose posizioni.
Il posto di Dovizioso al comando della gara viene preso a questo punto
da Barbera, che poi viene superato da Kallio. Alle spalle della coppia
ci sono Simoncelli, Nieto, Lorenzo, Bautista, Perugini, Talmacsi, mentre
Locatelli è decimo.
All'ultimo giro è Barbera però davanti a tutti ed incitato
dai box da Clarence Seedorf il suo ritmo è tale che Kallio non
riesce ad attaccarlo. Sul podio, con i due, sale Lorenzo, quindi Pablo
Nieto, Bautisto, Simoncelli, Talmnacsi, pesek, Locatelli e Perugini. |