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il fatto 01/06/2001 - primo giorno di prove
Rossi e Lucchi, due fenomeni
di Eugenio Mosca

Poteva essere interamente all'insegna del tricolore la prima giornata del Gran Premio d'Italia, invece ci ha pensato Toni Elias a rompere le uova nel paniere, soffiando a pochi minuti dal termine delle qualifiche la pole provvisoria a Manuel Poggiali, che a dire il vero è sammarinese ma italiano a tutti gli effetti come passaporto motociclistico. Poco male, sia perché "Poggialino" non se l'è presa più di tanto pensando soprattutto alla gara e tornando a lamentarsi per molti piloti che badano solo a trovare il "traino" giusto per fare il tempo in qualifica, sia perché ci hanno pensato il "vecchio" Marcellino Lucchi ed il "solito" Valentino Rossi ad issare il tricolore sul pennone più alto della 250 e della 500. Il collaudatore cesenate, che una tantum stacca il buono di presenza ai gran premi veri, come spesso gli capita ha messo in riga tutti i giovani galletti aprendo con la moto evoluzione il vero e proprio festival Aprilia, con cinque Rsw che oltre a monopolizzare la prima fila, con l'altro vecchietto Mc Williams davanti ad Harada e alla sorpresa De Puniet - con un'Aprilia kit -, apre anche la seconda col claudicante Marco Melandri in notevole crisi per i forti dolori alla spalla lussata in Francia. Niente di stravolgente però, perché sulla pista toscana il maggiore allungo delle Aprilia si fa sentire, relegando Daijiro Katoh, sesto, al ruolo di inseguitore. Almeno per il momento, visto che il pilota del team Gresini, finora imbattibile, venderà cara la pelle in gara, dove le moto venete potrebbero avere problemi di gomme per l'assetto non ancora perfetto. A completare il monopolio Aprilia delle due prime file il sempre più sorprendente Roberto Rolfo, con una RS kit, e Roberto Locatelli afflitto da chattering. Non è bastata, invece, un'Aprilia a Katja Poengsen per qualificarsi e la bella tedeschina dovrà impegnarsi per limare il secondo e mezzo che per il momento la tiene fuori dal limite del 107 per cento. Non ha avuto problemi, invece, Valentino Rossi a piazzare la sua Honda davanti a tutti. O meglio, qualche problemino l'ha lamentato anche il fenomeno di Tavullia, ma cosa dovrebbero dire gli altri che, tranne Roberts a tre decimi, si ritrovano con un secondo, chi più chi meno, sul groppone. Così i figli di un'Honda "minore", Barros e Capirossi, mentre Biaggi ha collezionato due cadute nel turno di qualifica restando in ottava posizione ad oltre un secondo e mezzo di distacco. Ma la cosa peggiore, per il romano, è la consapevolezza di non aver trovato il rimedio a tutti i mali della sua Yamaha, come la grande cavalcata di Le Mans avrebbe fatto supporre. Sul Corsaro, dopo lo sprazzo di sole francese, sembrano essere tornati a condensarsi grossi nuvoloni neri, ma il campione romano medita la riscossa e si appresta a giocare domani una carta ad effetto, stravolgendo completamente l'assetto della sua Yamaha. Restando nel pianeta Yamaha, davanti a Max troviamo Abe, Haga e Nakano. Tornando alla 125, si preannuncia il solito mucchio selvaggio, con i primi otto piloti racchiusi in meno di un secondo. Tra questi è particolarmente nutrita la pattuglia tricolore, con Cecchinello, che ha provato una nuova sospensione davanti, il sorprendente Scalvini, che è andato oltre il dolore alla spalla destra fratturata in Francia, Giansanti e Perugini, che completa l'ottima prestazione dell'Italjet, che pressano Youichi Ui. Da sottolineare anche il nono posto di Andrea Ballerini, iscritto come wild card, che precede Alex De Angelis, mentre l'aria di casa non ha giovato a Simone Sanna, che nella seconda caduta si è fratturato il mignolo destro ma, come dice Claudio Costa, domani ci sarà.

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