Pons ricorda l’amico Antonio Cobas
Mercoledì mattina Antonio Cobas si è spento nella
sua casa di Barcellona, circondato dall’affetto della sua famiglia.
Nonostante la sua carriera sia stata costellata di grandissimi successi
non è riuscito a vincere la sua ultima sfida, quella contro una
malattia difficile da battere.
Lascia la moglie, Tere, i figli Patricia e Jorge.
Lascia un vuoto enorme nella sua squadra, tra i suoi amici e nel mondo
del motociclismo.
“Antonio non è più con noi e la sua perdita è
difficile da accettare - ha ricordato Sito Pons - Il mondo del motociclismo
perde un grande tecnico, un grande uomo. Antonio è stato un vero
innovatore, un precursore, un tecnico che ha dato un grande contributo
alla tecnologia applicata al mondo delle competizioni motociclistiche
in questi ultimi 25 anni.
Non si è mai conformato agli standard che già esistevano,
ha sempre cercato altre vie per migliorare lo sviluppo del materiale
che aveva a disposizione. E così è stato anche quando
ha progettato le sue moto: ha creato il telaio multitubolare, il monoscocca
che è ancora usato sulle moto di adesso… E’ stato
in poche parole un precursore, uno che ha aperto delle strade per la
ricerca e lo sviluppo, soprattutto nel campo del disegno dei telai,
che altri hanno poi seguito.
Il suo rigore, la sua professionalità, la sua passione per la
moto sono state una scuola preziosa per i suoi piloti. Ha aiutato me,
ha aiutato Alex Criville, e tanti altri piloti a vincere gare e titoli
mondiali, non solo assistendoli dal punto di vista tecnico ma insegnando
loro a lavorare in maniera sistematica e produttiva.
Penso che resterà a lungo nella memoria di tutti, per la sua
bontà e il suo modo di fare corretto ed espansivo con gli altri.
Di sicuro nessuno potrà dimenticare, e questa è la sua
eredità per tutti noi , quello che ha disegnato, quello che ha
costruito, le sue moto. Tante, da trial, da endurance, moto da velocità
nelle classi 125cc 250cc., un patrimonio enorme che lui ci ha lasciato
e che resterà nel tempo.
Ho personalmente portato diverse volte alla vittoria la sua Kobas 250
ed ho vinto due titoli mondiali nella classe 250 con la Campsa Honda
curata da Antonio nell ’88 e nel ’89, e Alex Criville è
stato campione del mondo con la JJ Cobas 125 nell’ 89.
Antonio se n’è andato, ho perso un grande amico, una persona
che ha lavorato con me per 25 anni. Sono sempre stato nel mondo della
velocità con lui e la fiducia tra noi è sempre stata totale.
So che è un uomo che ha vissuto nella maniera che più
gli piaceva, ha sempre potuto fare le cose che gli davano la massima
soddisfazione seguendo sempre i tre valori più importanti per
lui: la famiglia, gli amici e la passione per il suo lavoro, la scienza,
la tecnologia e la ricerca.
Un ingegnere di alto livello, sempre perfettamente conscio delle tecnologie
disponibili e della strada da percorrere per entrare nel futuro. E’
sempre stato due, tre passi davanti agli altri. Una volta, mi ricordo,
erano gli anni ottanta, quando costruimmo la “Kobas”, Antonio
mi disse: - dobbiamo contattare la NASA, dobbiamo parlare con Houston,
ci serve un materiale avveniristico utilizzato solo in aviazione- .
E così abbiamo fatto. Questo è solo un esempio del tipo
di approccio che Antonio aveva verso la ricerca e lo sviluppo. E’
stato un precursore anche nel campo della telemetria: uno dei primi
a decidere di usare dei sensori per capire e studiare il comportamento
della moto. Parlo di vent’anni anni fa, quando non era così
evidente attingere a tecnologie molto avanzate. Antonio è stato
davvero creativo e tutte le innovazioni che ha introdotto lo dimostrano.
Il suo sogno era quello di costruire una MotoGP, ed è questo
che la vita non gli ha permesso di fare. E’ stato così
che Antonio ha dedicato i suoi ultimi anni di lavoro alla ricerca di
nuovi software e nuove tecnologie per la gestione elettronica delle
moto da corsa.
Rimarrà nella nostra vita e in noi tutti per sempre.
Antonio è stato la nostra scuola. La squadra e tutti noi abbiamo
imparato da lui. So che è in un posto sereno e che da lì
ci spingerà a vincere, a raggiungere il traguardo e a rimanere
uniti nel suo ricordo".