il fatto 12/7/2003
- pole position
Biaggi fa sorridere Pons
L'abbraccio fra Max Biaggi e Sito Pons, dopo la prima pole del
romano, in questa stagione, è stato il miglior suggello delle
prove del GP d'Inghilterra, ed anche la risposta a quanti, a tutti i
costi, volevano seminare zizzannia fra il Corsaro ed il suo
team manager anticipando improbabili divorzi a fine stagione. Erano
contenti, i due, subito dopo il risultato, anche perché era la
conferma del funzionamento del nuovo telaio, alla messa a punto del
quale Max ha dedicato l'intero fine settimana.
Sono state prove difficili, comunque, quelle di Donington: il distacco
fra Biaggi e Rossi - solo quarto per un problema al cerchio anteriore,
leggermente fessurato, tanto da causare lo sgonfiamento dello pneumatico
- è di appena diciannove centesimi. Una differenza risibili nella
quale si sono infilati a forza Gibernau e - udite! udite! - Marco Melandri.
Anche la seconda fila, comunque, è composta da piloti da non
perdere d'occhio: Checa, con la M1, è in crescita, mentre Bayliss
e Capirossi, con la Ducati, sono una minaccia reale, mentre di Jacque
si debbono temere gli imprevedibili attacchi che gli hanno valso il
soprannome.
Dopo quanto fatto vedere durante il week end, forse ci si poteva aspettare
di più da Edwards, solo nono con l'Aprilia, ma i sei decimi presi
non sono un distacco abissale.
Com'era prevedibile nel GP d'Inghilterra la maglia nera è andata
ai due piloti della WCM, Burn e De Gea (quest'ultimo autore di un superbotto
nelle libere della mattina), entrambi alla guida di 500 a due tempi.
Un sospiro di sollievo per i piloti della Proton e della Kawasaki, che
per una volta non chiudono le file.
Nieto ringrazia Poggiali per la pole
Due cadute in un giorno sono un bel campanello d'allarme per Poggiali.
Una vera e propria sveglia suonata al pilota di San Marino dal circuito
di Donington sul quale Manuel non è sembrato completamente a
suo agio. A questo punto, considerato il fatto che Fonsi Nieto è
rimasto in pole senza aver migliorato il suo tempo di venerdì
(e nemmeno la sua pole del 2002, 1.33.558), la domanda da porsi è
se il giovane fuoriclasse dell'Aprilia sarà in grado di recuperare
psicologicamente in tempo per la gara.
Dovrebbera farcela, comunque, anche se alle sue spalle è tangibile
l'insidia di Toni Elias, terzo tempo davanti alla sorpresa Matsudo,
alla guida di un'agile Yamaha. La costanza, invece, dovrebbe essere
l'arma di Randy De Puniet, quinto, così come quella di Franco
Battaini, che come Poggiali però paga una caduta nella parte
più lenta del tracciato. In crisi di potenza, come sempre quest'anno,
Roberto Rolfo che ha portato la sua Honda in settima posizione davanti
alla moto gemella di Porto. Un po' in difficoltà sul difficile
circuito inglese il vincitore del GP di Assen, West, solo decimo, mentre
non si è comportata male Katja Poensgen che si è qualificata.
Ultima, ma si è qualificata.
Perugini mette in riga i giovani
Ha aspettato l'ultima curva dell'ultimo giro, per fare la pole, Stefano
Perugini. Una impresa che lo consacra migliore pilota dell'Aprilia,
a Donington, visto che alle sue spalle ci sono, per la prima volta quest'anno,
ben quattro Honda, quelle del leader del mondiale, Pedrosa, di Dovizioso,
Corsi e Kallio.
Un'occhio alle date di nascita ci dice, comunque, che non è solo
un duello fra marche, bensì anche fra generazioni e che per questa
volta, perlomeno in prova, è stata l'esperienza del ventottenne
pilota di Sutri ad avere la meglio.
Un occhio alla classifica ci dice che senza il ritiro di Welkom l'Etrusco
avrebbe potuto essere sicuramente fra i candidati al titolo, quest'anno,
ma anche così il distacco da Pedrosa non è terribile:
l'italiano infatti è quarto (dietro anche a Jenkner e Cecchinello),
staccato di 48 punti, che diventano appena 22 dalla seconda piazza.
In questo senso il GP d'Inghilterra sarà risolutivo per scoprire
chi, fra i piloti Aprilia, si prenderà la responsabilità
di fermare la fuga di Pedrosa, che non solo ha riempito finora tutte
e sette le caselle, ma ha anche vinto tre Gran Premi.
Non sarà, comunque, una gara semplice, quella di Donington, visto
che oltre al pilota spagnolo Perugini si dovrà scontrare con
due connazionali in ascesa come Dovizioso e Corsi, mentre sia Jenkner
che Cecchinello dovranno risalire in fretta sul treno iridato, per non
vederlo scomparire in corsa. Una impresa apparentemente più difficile
per Cecchinello (due ritiri nelle ultime due gare) che per il tedesco,
carichissimo perché reduce dalla sua prima vittoria in Gran Premio.