l'assetto - 11/6/2003
L'assetto a Barcellona
Barcellona come il Mugello vanta un lungo rettilineo, poco più
di un chilometro, in grado di far superare alle attuali GP1 della classe
MotoGP i 330 Kmh. Già durante i test pre-campionato Capirossi
e la sua Ducati hanno raggiunto i 228 Kmh. Come circuito presenza una
sequenza di curve a lungo raggio, oltre ad alcune esse veloci e a due
rampini a sinistra. Per certi versi Barcellona ricorda Jerez, incluso
l'asfalto ondulato in prossimità dei punti di staccata. Dal punto
di vista dell'assetto è un tracciato molto difficile, tant'è
che quasi tutte le squadre lo includono nei test invernali.
A causa dei curvoni veloci la stabilità dell'avantreno è
fondamentale, ma questa deve essere ottenuta senza sacrificare il bilanciamento
generale della moto visto che per gran parte del tempo si sta molto
piegati in attesa di poter scaricare la cavalleria nelle accelerazioni.
Comparando l'assetto di Barcellona con quello del Mugello si può
dire che in via del tutto generale, poiché si sta piegati molto
a lungo e ciò ha un effetto negativo sul comportamento delle
sospensioni, si usano molle più leggere. Questo permette agli
ammortizzatori di lavorare al meglio anche sulle buche, assorbendo le
asperità. Per compensare il minor carico delle molle, specie
in frenata, si usa utilizzare un precarico della forcella più
elevato, in modo da non farla affondare troppo repentinamente in decelerazione.
Un discorso lievemente diverso merita l'ammortizzatore posteriore il
cui precarico della molla deve essere tale da non far "sedere"
la moto nelle accelerazioni, per prevenire il sottosterzo in uscita
di curva.
Questo fenomeno, infatti, influisce negativamente, specie nel curvone
che immette sul rettilineo principale, sulla velocità massima
raggiungibile.
Per quanto riguarda il motore le caratteristiche del tracciato richiedono
potenza, linearità di erogazione e sincerità ai medi regimi,
in modo da consentire al pilota di anticipare quanto più possibile
l'apertura del gas.