il fatto 21/7/2002
- giorno di gare
Rossi, signore dell'anello
di Federica De Zottis
Una bella partenza non basta a Biaggi per sorprendere Ukawa, che
ripassa al comando tirandosi dietro Jacque, Nakano, Barros, Rossi, lo
stesso Biaggi e Abe. Davanti a tutti, però, Ukawa fa il tappo,
così
ben presto Barros si stufa e con un paio di staccate delle sue si porta
al comando. Gli resiste solo il francese della Yamaha, due 500 due tempi
davanti a tutti, ma Rossi non ha voglia di perdere terreno e attacca,
portandosi sotto al compagno di squadra che passa nel corso dell'ottavo
giro, mentre Max rimane imbottigliato alle spalle della seconda cinque
cilindri Honda. Nel frattempo cadono contemporaneamente Kagayama, Kato
e Gibernau.
Intanto Checa raggiunge e supera Abe installandosi in sesta posizione,
alle spalle di Ukawa che ha ceduto a Biaggi il quale, risvegliatosi, al
14° giro passa anche Rossi insediandosi in terza posizione alle spalle
di Barros e Jacque. Una corsa della 125, sembra questa della MotoGP perché
a metà gara i primi sei sono tutti in un secondo.
E', comunque, il 18° giro quando Rossi rompe gli indugi e si sbarazza
della coppia in sella ai due tempi. Una volta in testa Vale scende subito
sotto l'1'27". Jacque, che nel frattempo ha passato Barros gli va
dietro, Biaggi è quarto, davanti a Ukawa, Checa ed Abe. Sempre
tutti in un fazzoletto. Chi pensa che a questo punto Rossi ce l'abbia
fatta, però, commette un errore, come quello che fa Vale e che
permette a Jacque e Barros di rimettergli le ruote davanti. Anche Biaggi
ci prova, ma il pilota della Honda resiste, così a quattro giri
dalla fine è il francese che guida la gara davanti al brasiliano
ed ai due italiani, mentre subito lì dietro ci sono sempre Ukawa,
Checa ed Abe.
Il colpo di scena è a tre giri dalla fine: Barros infila Jacque
in frenata, ma entra in curva troppo forte e scivola, Olivier chiude comunque
la curva e la collisione è inevitabile. Finiscono entrambi in terra.
A questo punto Rossi ha via libera, gira sull'1'26" basso, Biaggi
replica, ma è un po' troppo lontano, sette decimi, per tentare
alcunché, Ukawa controlla la terza piazza, davanti a Checa, Nakano
ed Abe.
Melandri batte la pioggia e Rolfo
Al pronti via il più svelto a sfruttare il vantaggio della
prima fila è stata Rolfo, che è scattato bene con in scia
Melandri e Porto. All'inseguimernto dei tre si sono gettati Fonsi Nieto
e Locatelli, mentre Matsudo e Battaini sono rimasti leggermente attardati,
con Elias.
Con Rolfo al comando dopo diciassette giri la situazione era completamente
congelata. Il torinese continuava a tirare con Melandri che alle sue spalle
non aveva alcuna intenzione di passare, anche se pareva in grado di farlo,
mentre Porto, leggermente staccato li seguiva da vicino. La situazione
sembrava sbloccarsi al passaggio successivo quando finalmente Macio si
decideva ad attaccare. Un tentativo di fuga del pilota dell'Aprilia veniva
comunque stoppato dal pilota della Honda, ma il risultato era un aumento
di ritmo che faceva perdere, in soli tre giri, quasi due secondi a Porto.
A questo punto Nieto, quarto, nel frattempo aveva accumulato uno svantaggio
vicino agli otto secondi e con un distacco similare c'era Locatelli alle
sue spalle, mentre Elias, Matsudo e Battaini combattevano per la sesta
piazza.
Una gara noiosa, ravvivata, quando mancavano sei giri alla fine, da un
improvviso mutamento delle condizioni atmosferiche. Il vento, che soffiava
fino a quel momento, cadeva e senza esso arrivava la pioggia. Poche gocce
all'inizio, ma bastavano per tradire il nervoso Melandri che, mentre conduceva
la gara, apriva troppo presto il gas finendo in terra. Questa volta, però,
la fortuna l'aiutava: dalla direzione gara, infatti, arrivava l'ordine
di esporre la bandiera rossa e, come da regolamento, Macio si aggiudicava
comunque la vittoria, poiché nel giro precedente era ancora al
comando. Terzo chiudeva Porto.
Vincent brucia De Angelis, Jenkner e Poggiali
Non ha avuto dubbi, Arnaud Vincent: al via ha preso subito il comando
delle operazioni, tirandosi dietro De Angelis e Sanna. Dietro al terzetto
hanno ingaggiato una bella lotta Pedrosa e l'idolo locale Jenker. Tutto
secondo il copione, a parte la brutta partenza di Poggiali che si è
trovato invischiato nelle retrovie, tanto che dopo dieci giri non era
ancora riuscito ad emergerne accumulando un distacco di quasi nove secondi.
Chiunque, a questo punto, si sarebbe perso d'animo, ma non Manuel che
pur settimo, dopo essersi liberato di Borsoi, si è messa alla caccia
di Sanna, mentre anche Pablo Nieto recuperava tanto da riuscire ad inserirsi
fra Jenkner, che nel frattempo aveva preso il terzo posto e Pedrosa.
Con Vincent al comando seguito da De Angelis lo spettacolo, a questo punto,
lo ha fatto lo scatenato Poggiali che in pochi giri ha agganciato il gruppetto
degli immediati inseguitori. Il primo ad essere mangiato è stato
Pedrosa, quindi Nieto ed infine è stata la volta di Jennkner: al
17° giro, nove dalla fine, il pilota della Gilera era terzo, ma staccato
di oltre nove secondi dai primi. Troppo bello, comunque, per poter durare.
Dopo esser stati attaccati, infatti, sia Nieto che Jenkner hanno reagito,
ripassando Manuel ed a quel punto, impegnato a lottare per il terzo posto,
la rimonta di Poggiali si è arrestata.
Così, a due giri dalla fine, gli spettatori si sono preparati ad
assistere a due volate, quella, per la vittoria, fra Vincent e De Angelis,
e quella a tre per la piazza d'onore. E sono state due belle volate: Alex
ci ha provato, ma un po' troppo presto e Vincent l'ha risuperato cogliendo
la terza vittoria della stagione. Nello stesso errore è incappato
Poggiali che si è presentato al comando all'uscita dell'ultima
curva, ma Jenkner, alle sue spalle, l'ha affiancato sul traguardo bruciandolo
per un millesimo di secondo. |