21/08/2001
I segreti dell'assetto a Brno
Il circuito di Brno ha un disegno relativamente semplice ed è
poco impegnativo, tecnicamente parlando. Non ci sono, infatti, brusche
frenate, né le varie curve differiscono troppo fra di loro. Il
fatto che abbiano, prevalentemente, il raggio costante avvantaggia gli
"scivolatori", i piloti cioè in grado di far "scorrere"
la moto in modo da poter affrontare le curve con una elevata velocità.
Non è un caso, quindi, che il re indiscusso di Brno sia Max Biaggi,
capace di trionfare nel GP della Repubblica Ceca per ben sei volte,
due nelle quali in 500, nel '98 con la Honda e l'anno passato con la
Yamaha.
Anche se Brno non è classificato fra i circuiti difficili, interpretarlo
alla perfezione non è facile: più di una traiettoria,
apparentemente, è permessa, ma solo una, in effetti, è
la più veloce.
Non è un circuito piatto, quello Ceco, ma l'altimetria non è
drammatica e le curve non sono contropendenti, l'asfalto, inoltre non
mangia le gomme. A causa di queste particolarità l'assetto non
riguarda un'aerea specifica del telaio, o delle sospensioni, quanto
piuttosto va raggiunto un buon bilanciamento generale, sia nelle curve
in appoggio che nei rapidi cambi di direzione. Spesso, per evitare che
venga caricato troppo l'avantreno al centro curva si cerca di spostare
il peso leggermente sulla ruota posteriore, evitando però che
il pilota perda confidenza con l'anteriore.
E' un assetto morbido, quello che si cerca a Brno: sia la forcella che
l'ammortizzatore posteriore vengono tenuti sul soffice, perché
nessuna brusca frenata interviene normalmente a destabilizzare la moto.
La messa a punto del motore segue quella del telaio: Brno richiede una
risposta progressiva e costante dai medi agli alti regimi. La scorsa
stagione Biaggi vinse utilizzando le coperture Michelin da 17".
Quest'anno probabilmente verranno utilizzate quelle da 16,5" che
offrono una migliore durata e tenuta, specie nelle curve veloci percorse
con una piega costante ed accentuata.