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RossiUnciniNakajima

il fatto 13/10/2001 - giorno di pole
Biaggi lancia l'ultima sfida

Il titolo iridato è ormai perso, ma per Biaggi e per la Yamaha il mondiale, a tre gare dalla fine, non può dirsi concluso. Innanzitutto c'è la lotta per la pole, e poi ancora Gran Premi che non conoscono il nome del vincitore. Per questo motivo, che vale anche per Rossi, entrambi i piloti si sono impegnati nella ricerca del giro veloce e, per la settima volta nel 2001, a spuntarla è stato il Corsaro, veramente efficace quando si tratta di spremere tutto il possibile fuori dalla sua Yamaha che ieri, per voce del suo projet leader, Nakajima, ha ammesso l'inferiorità della sua YZR 500 in accelerazione e frenata rispetto alla Honda NSR 500.
A Biaggi, comunque, ieri è bastata la prima delle due gomme da tempo a disposizione per conquistare la pole. Quando è rientrato ai box e ne è uscito per la seconda volta, infatti, non ha fatto in tempo a completare i due giri necessari per portarla in temperatura.
Il fatto, comunque, è stato ininfluente visto che Valentino Rossi, in difficoltà con una moto molto nervosa da guidare si è fermato a quattro decimi, ritenendo evidentemente troppo rischioso cercare di migliorare. Peggio è andata, invece, ad Alex Barros che mentre cercava di limare il suo terzo tempo, alle spalle di Biaggi, è incappato in una caduta che per fortuna non ha avuto gravi conseguenze ma l'ha lasciato un paio di minuti dolorante al suolo. A sorpresa ha chiuso la prima fila un motivatissimo Sete Gibernau, mentre in seconda fila Capirossi è stato superato da Jacque, sempre molto veloce su questo tracciato, lasciandosi però alle spalle Checa ed Ukawa.

Harada fa pressione su Katoh
Anche se l'Aprilia continua a dire di puntare, più che altro, al mondiale marche, Harada, staccato di 24 punti da Katoh, preferisce crederci. Lo ha dimostrato ieri centrando la sua 21esima pole della carriera, l'ottava stagionale, dopo una scivolata a metà del turno che, evidentemente, non ne ha intaccato il morale.
E' apparso velocissimo, il pilota della casa veneta, sulla pista australiana ed altrettanto veloce è sembrata la sua moto, visto che McWilliams, con un mezzo identico, è riuscito ad inserirsi fra lui e Katoh, staccato di sette decimi.
Non potrà fare una gara d'attesa, il pilota della Honda: in prima fila, infatti, è letteralmente circondato dall' Aprilia che ha portato davanti anche Roberto Locatelli ed i primi giri potrebbero essere decisivi.
Daijiro, comunque, non è un pilota che si lascia impressionare ed anche se è vero che nelle prime due file su otto moto sei sono Aprilia ed una Yamaha, è altresì innegabile che solo Harada ha il passo del leader del mondiale, anche se qualche sorpresa potrebbe riservarla il coriaceo McWilliams.

Poggiali, una pole che vale doppio
Se chi comincia bene è a metà dell'opera non c'è dubbio che Manuel Poggiali, a Phillip Island, sia partito con il piede giusto.
La sua pole, infatti, non va comparata con il secondo tempo di Cecchinello, alla guida della velocissima Aprilia, di soli due decimi più lento, o con la moto gemella del (quasi) compagno di marca Youichi Ui, bensì con il 1/° tempo - quinta fila - con il quale partirà il suo unico avversario nella corsa al titolo, Toni Elias.
In una gara cruciale, con 12 punti da recuperare sull'avversario, infatti, il 18enne spagnolo è apparso in difficoltà regalando quasi un secondo e sette decimi al pilota di San Marino. Dopo la scivolata di Motegi, a causa della quale ha perso la testa del mondiale, il pilota della Honda sembra nuovamente in crisi. E, quel che è più grave, pare non sapere come uscirne.
Per lui, poi, c'è in più il problema degli avversari. Se, infatti, difficilmente Ui avrà anche qui ordini di scuderia, Toni potrebbe doversi guardare da Cecchinello e Borsoi, perlomeno nella prima fase della corsa, per non parlare di Sanna, settimo tempo nonostante una caduta nelle libere della mattina. Buona è stata la prestazione di Perugini, tornato in seconda fila con la Italjet.

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