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l'assetto - 23/6/2003
L'assetto ad Assen
Il tracciato stradale che ospitò per la prima volta il GP d'Olanda era lungo circa 28 Km, ma fu modificato due volte - nel 1955 e nel 1984 - per far fronte alle esigenze dell'evoluzione tecnica delle moto.
L'ultimo intervento sul circuito è stato effettuato nel 2001. Tutti questi cambiamenti hanno modificato, ma non snaturato, le caratteristiche del tracciato che con i suoi oltre sei chilometri continua ad essere il più lungo del motomondiale senza aver perso le caratteristiche "stradali" che lo distinguono dagli altri autodromi. Le più recenti modifiche - soprattutto quella del rettilineo dietro ai box - non hanno incontrato il favore di tutti i piloti, che hanno lamentato la perdita di fluidità di quel punto del tracciato.

La caratteristica principale di Assen è quella di non concedere alcun respiro al pilota, perché pur essendovi delle parti veloci, non si tratta mai di rettilinei veri e propri. Un altro punto cruciale del tracciato è la convessità della pista, fatta a "schiena d'asino" per permettere un più rapido drenaggio dell'asfalto in caso (frequente) di pioggia. Questa caratteristica si traduce, per i piloti, in un triplo cambiamento di inclinazione della pista, il cui angolo può essere favorevole in entrata e sfavorevole in uscita, ma la cosa più difficile è sempre il momento in cui ci si trova al centro dell'asfalto, dove il "camber" è nullo, cosa che porta ad un improvviso scaricamento delle sospensioni.

La combinazione di curve veloci, ottima aderenza dell'asfalto e inclinazione della pista porta, inevitabilmente, a forti compressioni delle sospensioni, motivo per il quale ad Assen si utilizzano spesso molle posteriori piuttosto dure. Al contrario, non essendoci punti di frenata decisamente violenti, si preferisce una forcella anteriore più morbida. Naturalmente la necessità di evitare che la moto si sieda sul posteriore, dando origine a sottosterzo, va adeguatamente compensata con l'obbligo di mantenere la precisione dell'anteriore, indispensabile per interpretare il fluidissimo disegno del tracciato. Precisione che però non deve influenzare la maneggevolezza, altra necessità inderogabile per ottenere buoni tempi ad Assen.

Con una velocità massima di circa 300 Kmh, il tracciato olandese non è uno di quelli dove conta la velocità di punta, ma piuttosto la capacità di mantenere una buona media sul tracciato, visto che Assen è una delle piste dove la velocità media è più elevata. Cosa che ha la sua influenza (negativa) sui consumi. Importanti qui quanto a Suzuka. Una cosa di cui dovranno tenere conto le GP1 più assetate.

Un'altra caratteristica fondamentale è che l'asfalto offre una ottima aderenza, anche in caso di pista bagnata (capace peraltro di asciugarsi rapidissimamente), senza per questo risultare troppo abrasivo da rovinare le gomme.

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