l'assetto - 24/4/2003
L'assetto a Welkom
Negli ultimi cinque anni il Phakisa Freeway di Welkom si è costruito
una solida fama di circuito dall'asfalto sporco ed ondulato. Questi
due elementi combinati non sono il massimo per girare con moto da 230
cv, come le attuali GP1.
Qui, dunque, più che in altri posti, la chiave per un buon tempo
sul giro non si trova quindi trovando qualche cavallo in più,
bensì piuttosto cercando di far sì che quelli a disposizione
si scarichino sull'asfalto in modo prevedibile.
Il fattore più importante da tenere in considerazione è
che a Welkom le condizioni della pista cambiano dal primo momento in
cui ci si mettono le ruote. Man mano che l'asfalto si pulisce ed il
circuito si "gomma", questo diventa più veloce.
Con questa particolarità bene in mente è ovvio che si
inizi a lavorare sul set-up con assetti piuttosto morbidi, in modo da
avere fra le mani una moto largamente prevedibile nei suoi comportamenti.
Bisogna riuscirci, però, evitando che la sospensione posteriore
si sieda in accelerazione, fenomeno che darebbe luogo a sottosterzo
in uscita di curva.
Del resto quando i piloti scendono in pista al venerdì non cercano
certo il massimo dell'aderenza in piega, ma man mano che il grip aumenta
è indispensabile aumentare il carico delle molle e la frenatura
degli ammortizzatori.
Poiché quasi tutte le curve del circuito sudafricano sono da
media od alta velocità, non è necessario assettare la
moto in modo da stabilizzarla per violente frenate che qui non esistono,
di conseguenza, perlomeno all'inizio, anche la forcella può essere
tenuta piuttosto morbida.
Un altro fattore da tenere in considerazione, a Welkom, è l'altitudine
che fa diminuire, per via della rarefazione dell'aria (=meno ossigeno)
la potenza dei motori anche del 15%. Una particolarità, comunque,
che si avvertiva maggiormente con i propulsori a due tempi, rispetto
ai quattro tempi che consentono mappature dell'accensione più
sofisticate in grado di minimizzare il problema. Poiché pochi
punti del tracciato richiedono ai motori di girare in basso solitamente
i motoristi sacrificano quella parte della curva di erogazione in modo
di avere medi ed alti regimi più robusti.