il fatto 26/4/2003
- pole position
Gibernau, nel nome di Kato
A spingerlo è stato l'incitamento di Kato, il suo
sfortunato compagno di squadra, di cui ha detto di aver sentito la voce,
nel turno decisivo della classe regina. Bisogna credergli, a Sete Gibernau,
quando fra una lacrima ed un sorriso racconta l'ultimo quarto d'ora
di prove nel quale è riuscito
a mettere in riga nientemeno che Rossi, Biaggi e Capirossi, perché
la sua pole - la seconda dopo quella realizzata proprio qui nel 1999
- è stata qualcosa di straordinario. Mentre infatti tutti i migliori
ci davano dentro con le gomme da tempo, lo spagnolo è stato l'unico
a migliorare sé stesso per ben tre volte. Persino nell'ultimo
passaggio quando era ormai chiaro che sarebbe partito davanti a tutti.
Mentre ciò accadeva, nei suoi box, Fausto Gresini e Fabrizio
Cecchini, il capo-meccanico di Daijiro, si abbracciavano, piangendo,
in una incredibile atmosfera di commozione collettiva.
Il resto, dopo questa dimostrazione di cuore, è stata ordinaria
amministrazione con la pattuglia azzurra ancora una volta in grande
forma. Se, infatti, Rossi, secondo tempo, è apparso meno incisivo
del venerdì, ma comunque velocissimo, e Biaggi ha pasticciato
un po' ai box per cambiare la gomma, perdendo un po' di tempo ed un
giro prezioso, Capirossi, dal canto suo, con la solita generosità,
si è pure sdraiato (senza conseguenze) per regalare alla Ducati
una comunque fantastica prima fila.
Tutti e tre, comunque, hanno avuto parole d'elogio per Gibernau, mentre
Max, addirittura, ha affermato di essere stato per la prima volta nella
vita contento di non essere riuscito a battere il tempo di Sete.
Alle spalle del quartetto di testa, "the best of the rest"
è stato Nakano con la Yamaha, e poi Ukawa e Checa, tornato non
solo al vecchio telaio, ma anche al vecchio assetto per riguadagnare
confidenza. A suo agio è apparso anche Colin Edwards, con l'Aprilia,
che ha vinto la sua sfida personale con Bayliss e la sua Ducati, mentre
Barros, ancora convalescente per la rottura dei legamenti del ginocchio,
si è dovuto accontentare del 10° tempo e della terza fila.
Sfortunato, invece, Haga, che è scivolato dopo appena 11 giri
riportando una leggera commozione cerebrale che lo ha lasciato intontito,
tanto da non ricordare la caduta. Se passerà il controllo medico
partirà, con il 1)° tempo, in ultima fila.
De Puniet controlla un tranquillo Poggiali
Per novantasette centesimi Manuel Poggiali non ce l'ha fatta e la
pole è andata a Randy De Puniet, una vecchia volpe della categoria.
Nonostante ciò, però, il pilota di San Marino è
apparso soddisfatto perché nel corso dei due giorni di prove
è riuscito a mettere a punto perfettamente la sua Aprilia, la
moto che, anche in Sud Africa, si è dimostrata il mezzo da battere.
E non solo nella versione ufficiale. Nelle mani di "IronFrank"
Battaini, infatti, la 250 di Noale in versione Kit si è permessa
il lusso di precedere quella ufficialissima di Fonsi Nieto. La prima
Honda, quella di Porto, dunque, si è dovuta accontentare del
quinto tempo. E' stato bravo l'argentino a precedere Toni Elias, ma
non bisogna dimenticare che lo spagnolo ha guidato con il pollice della
mano sinistra rotta per la caduta di venerdì. Ancora un po' in
difficoltà, anche se è apparso più a suo agio,
Roby Rolfo, 8° tempo dietro a West, a poco più di un secondo
dalla pole. Paura, negli ultimi minuti per una caduta di Baldolini,
risoltasi per fortuna senza grosse conseguenze.
Ui in memoria di Kato
Lo aveva detto venerdì scorso che l'amico Kato meritava più
di una pole provvisoria, Youichi Ui, e tenendo fede alla promessa di
fare qualcosa di grande in sua memoria il giapponese ha centrato la
pole, controllando uno scatenato Pablo Nieto. Non faceva il giro veloce,
Youichi, dal GP del Brasile 2001. Con due Aprilia davanti a tutti è
stato bravissimo il giovane Dovizioso a centrare il terzo tempo con
la Honda, mentre a chiudere la prima fila dello schieramento ci ha pensato
De Angelis che ha soffiato il quarto tempo al vincitore del GP di Suzuka,
Stefano Perugini.
Sono in poco più di un secondo, i primi dieci qualificati e ben
13 sono quelli andati sotto il precedente primato della pista e se stupisce
il 7° tempo di Pedrosa, che dovrebbe essere il migliore dei piloti
della casa giapponese, alle spalle di Jenkner, fa piacere constatare
che Giansanti, andato sul podio in Giappone, potrebbe provare a ripetersi
a Welkom scattando dal nono posto. Qualche difficoltà, invece,
per Cecchinello, 11° dopo una caduta causata da un dritto di Alzamorae
decisamente sopra le righe Stefano Bianco, capace di cadere con la Gilera
per ben due volte nel corso del turno. Una calmata è d'obbligo.
Intanto la KTM, perlomeno con Vincent (14° dopo un grippaggio) inizia
a farsi vedere. In Sud Africa è arrivato l'ultimo "pezzo"
della squadra, il tecnico Warren Willing, ma la cosa non ha cambiato
molto la situazione per Locatelli, che ha rotto anche lui, ma è
ancora lontano in 29esima posizione.