il fatto 14/7/2002
- giorno di gare
Rossi, la vittoria di Mr. 46%
di Federica De Zottis
E' stato, da subito, un duello a tre, il GP d'Inghilterra. Con Checa velocissimo
a lasciare la linea di partenza, Rossi e Biaggi gli si sono incollati
subito in scia, mentre alle loro spalle si sono
messi all'inseguimento, ma con un passo leggermente più lento del
terzetto, Barros, Roberts, Nobuatsu Aoki, Harada e Kato.
Come nelle precedenti gare Rossi si è limitato a seguire il pilota
di testa, e che controllasse gli avversari era evidente dal fatto che
non solo faceva l'elastico con Carlos, davanti a lui, ma si girava anche
per vedere dove fosse Biaggi! Max, dei tre, però, era quello più
al limite e a metà gara accusava un distacco di un secondo e sette
dalla coppia di testa. Evidentemente, però, il ritmo del romano
era il limite della Yamaha visto che, dopo diciotto giri al comando Checa
perdeva il controllo della sua M1 finendo in terra. Rossi così
si trovavo al comando senza forzare. A questo punto la gara era virtualmente
finita, con il pilota della Honda tranquillamente al comando con Biaggi
alle sue spalle che perdeva due, tre decimi al giro. L'unica emozione,
se così si può dire, a sei giri dalla fine era il forcing
di Barros che limava qualche decimo a Biaggi, avvicinandosi, mentre staccatissimo
in quarta posizione, a meno ventidue secondi c'era Abe e quindi lontanissimi
a meno ventotto secondi Gibernau e Jacque ed infine Kato.
Melandri cala il poker
A sorpresa il migliore a scattare, dalla prima fila, è stato l'argentino
Porto, con Nieto, Melandri ed Alzamora subito in scia. Mentre il pilota
della Yamaha rimaneva tranquillo al comando, con l'italiano e lo spagnolo
a battibeccare alle sue spalle, rinveniva Rolfo, autore anche lui di una
bella partenza. Al terzo giro, infatti, il torinese occupava già
la quarta piazza e mentre il suo compagno di squadra perdeva posizioni,
risaliva bene Battaini che girando con il passo dei primi ed anche meglio
superava il pilota della Honda e si gettava alla caccia del terzetto di
testa dal quale improvvisamente spariva Porto a causa della rottura della
sua Yamaha.
Senza l'argentino la gara perdeva un motivo di interesse. Melandri e Nieto,
infatti, continuavano la loro lotta solitaria, con Battaini staccato di
due secondi e a sua volta inseguito da Elias, quarto dopo aver superato
anche Rolfo dopo una grande rimonta.
A quattro giri dalla fine Melandri iniziava a spingere e riusciva ad accumulare
un piccolo vantaggio su Nieto, ma Fonsi non cedeva, nel frattempo Toni
Elias superava Battaini. Nelle ultime curve Nieto tentava un attacco,
respinto, sul pilota ufficiale dell'Aprilia che vinceva il suo quarto
GP consecutivo.
Vincent mette in riga Pedrosa e Poggiali
Questa volta la fuga non gli è riuscita, a Daniel Pedrosa. Con
lui, quindi, sono scappati Lucio Cecchinello e Manuel Poggiali, mentre
all'inseguimento si sono gettati Azuma, Ui, De Angelis e Vincent.
E' stato subito chiaro, però, che nessuno aveva voglia di prendere
una iniziativa seria, così a tirare è toccato a Cecchinello,
che non si è
tirato indietro passando al comando con Pedrosa,
Poggiali e Vincent e succhiargli la scia. Nonostante un ritmo non elevatissimo,
alle spalle del quartetto, si è scavata ben presto una trincea
di cinque secondi, dalla quale si affacciava Azuma e, ancora più
staccati Jenkner, De Angelis, Olive ed Ui.
Il bello, ed il ballo è iniziato a tre giri dalla fine, comunque,
quando il poker di testa ha iniziato a fare le cose sul serio e Arnaud,
Lucio Daniel e Poggiali hanno messo il naso nella carenatura. Mancavano
tre giri alla fine ed erano appena iniziate le prove di volata quando,
purtroppo, Cecchinello perdeva il controllo della sua Aprilia finendo
rovinosamente in terra. La scivolata faceva perdere un po' di tempo allo
spagnolo ed al pilota di San Marino che cercavano entrambi di attaccare
il francese, che però si difendeva bene aggiudicandosi la volata.
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