l'intervista - 17/5/2002
Olivier Jacque: voglio la Yamaha M1
Email, fax, telefonate e riunioni
non è passato molto
dall'inizio della stagione ma Hervè Pocharal, team manager della
squadra Tech 3, che fa correre nella classe MotoGP Olivier Jacque e
Shinya Nakano, si è fatto già sentire spesso in quel di
Iwata, Giappone, per convincere i responsabili della Yamaha a fornire
una quattro tempi ai suoi due piloti prima della fine del mondiale.
E' convinto, il bravo manager
francese, che si tratti di una "condizio sine qua non" per
poter avere un ruolo di primo piano nel contesto dell'attuale classe
regina. Convinzione pienamente condivisa dal suo pilota Olivier Jacque,
che, nella conferenza di apertura del Gran Premio di Le Mans, ha espresso
tutte le sue perplessità e le sue speranze per il futuro. "
Malgrado due errori a Suzuka e a Jerez, sono convinto di aver fatto
un buon debutto di stagione", ha spiegato il pilota francese. "Infatti
in prova sono sempre nel gruppo dei più veloci e a Welkom ho
lottato fino alla fine per la quarta posizione. Ma questo non toglie
che la mia moto, rispetto alle quattro tempi, non sembri nemmeno della
stessa categoria. La differenza di motore è troppo grande soprattutto
in accelerazione. Praticamente non abbiamo mai la possibilità
di lottare nemmeno per il podio. E' dura fare le gare semplicemente
per esserci, soprattutto quando la forma fisica è ottima e la
voglia di vincere tanta". Jacque sarebbe pronto a passare subito
alla YZR-M1 attualmente in dotazione ai soli Max Biaggi e Carlos Checa,
senza temere problemi di adattamento ad una moto completamente diversa.
"Sono sicuro che se avessi del materiale migliore potrei stare
nel gruppo dei migliori e non avrei alcun problema ad adattarmi subito
alla M1. E' più facile infatti passare da una due tempi ad una
quattro tempi che viceversa. Il rischio, se le cose non cambieranno,
è di perdere motivazione". "Si tratta di una decisione
politica, finanziaria e tecnica molto difficile per la Yamaha,"
ammette il suo team manager Poncharal. "Una squadra in più
da equipaggiare, infatti, significa quattro moto, una dozzina di motori
e un semirimorchio di pezzi di ricambio. Avremo un'idea più chiara
della posizione della Yamaha nel corso del prossimo Gran Premio, in
Italia. L'ideale sarebbe poter disporre della M1 per il Gran Premio
di Brno, dopo la pausa estiva. Al contrario, non disporre delle moto
prima della fine del mondiale, sarebbe una grossa delusione". Un
sostenitore in casa Yamaha, Poncharal lo può già vantare.
Si tratta di Ichiro Yoda, l'ingegnere attualmente responsabile del progetto
M1, che due anni fa invece si occupava della Yamaha 250 portata al successo
e al titolo mondiale proprio da Olivier Jacque e dal team Tech 3. "Potremmo
avere delle informazioni diverse su questa moto se potessimo utilizzare
Jacque e Nakano come piloti per lo sviluppo" ha risposto il tecnico
giapponese.
Parrebbe proprio tutto a posto, tranne, forse, un piccolo particolare:
chi lo dice a Max Biaggi?