il fatto 7/4/2002
- giorno di gare
Rossi, cronaca di una vittoria annunciata.
Biaggi cade, Capirossi doppiato
di Federica De Zottis
Due cadute nelle prove, un warm-up sul bagnato insoddisfacente - solo
il 14° tempo - non hanno impedito a Valentino Rossi di vincere il
primo Gran premio della nuova era com'era nelle previsioni. Ma non è
stata una vittoriafacile. Sulla sua strada, infatti, il campione del mondo
uscente della 500 ha trovato una wild-card, il giapponese Ryo, che alla
guida di una sorprende Suzuki lo ha impegnato sino all'ultimo, per non
parlare del suo collaudatore,
Itoh, che su una identica moto sarebbe potuto finire sul podio se nelle
ultime battute non fosse stato superato da un aggressivo Carlos Checa.
Il segreto della vittoria di Vale - la 40a in carriera - è stata
comunque l'ottima partenza. Nel primo gruppo fin dall'inizio Rossi si
è battuto appunto con Ryo, Itoh, Jacque (fermato poi con uno stop
and go per aver saltato il semaforo), Gibernau e Checa, mentre Biaggi
e Capirossi, partiti male, erano rispettivamente 11° e 20°. Peggio
ancora Katoh, 21°.
Al terzo passaggio, così, Rossi era terzo, mentre Biaggi cercava
di recuperare ben 10" di distacco. Nel frattempo cadeva McCoy ed
al 6° giro, mentre Jacque rientrava per pagare la sua penalità
(poco dopo si sarebbe ritirato per mancanza di motivazioni) scivolava
anche Biaggi dopo aver toccato la linea bianca, imitato subito dopo da
Roberts. A quel punto la gara viveva sull'attacco di Gibernau, che in
forma smagliante superava Checa, quindi Itoh arrivando in scia a Rossi.
Una soddisfazione che durava sino al 12° giro quando lo spagnolo perdeva
il controllo della sua GSV-R e finiva lungo disteso nella via di fuga.
Quattro giri dopo, per non tirare troppo per le lunghe, Rossi balzava
al comando infilando Ryo nell'ultima variante. A questo punto Vale rompeva
gli indugi ed il giapponese si contentava della seconda piazza mentre,
alle sue spalle, fra Checa ed Itoh finiva a sportellate, ma era il primo
ad avere la meglio. In una gara costellata di cadute (in terra oltre a
McCoy, Biaggi, Roberts e Gibernau finivano anche McWilliams, Nakano ed
Ukawa) Regis Laconi portava l'Aprilia RS3 in ottava posizione, ancorché
doppiata, un'onta che subivano anche Capirossi e Katoh.
Melandri sbaglia nel giorno dei giapponesi
Con condizioni atmosferiche immutate, cioè pista bagnata, è
partita anche la 250 che ha visto all'inizio andare al comando un manipolo
di giapponesi. In testa alla gara, infatti, si sono scambiati le posizioni
Haruchika Aoki, Sakai, Myazaki, Matsudo ed il francese De Puniet. Fuori
subito Stoner per una caduta, che ha causato un dritto di Rolfo, Melandri
è rimasto invece invischiato nei primi giri ritrovandosi in settima
posizione davanti a Battaini. E' stato un peccato perché poi, nel
tentativo di forzare, la prima guida dell'Aprilia è caduto al sesto
passaggio per riprendere, attardato, prima di arrestarsi definitivamente
al 14° giro. Nel frattempo, comunque, la situazione davanti non è
mutata: dopo le prime schermaglie Myazaki ha preso il comando delle operazioni
con Sakai, De Puniet, Haruchika Aoki ed Aoyama alle spalle. Come sempre
in questi casi non tutti i primi sono stati capaci di rimanere in piedi.
A due giri dalla fine è volato via Aoyama, mentre Aoki ha scelto
l'ultimo giro e l'ultima curva per tuffarsi mentre cercava di strappare
il podio a De Puniet. Quarto si è classificato dunque grazie ad
una gara prudente Alzamora, davanti a Porto. Degli italiani, nelle prime
posizioni, nessuna traccia. Fuori Melandri il migliore è stato
Rolfo, ottavo, che sicuramente avrebbe fatto meglio senza l'incidente
al via. Nella norma la 10a posizione di Battaini, mentre Locatelli è
addirittura finito fuori dai punti.
Vincent, terzo sigillo. Giansanti e Poggiali sul podio
L'ha deciso la pioggia, il GP del Giappone della 125. Con la pista bagnata,
infatti, ha vinto lo specialista Arnaud Vincent. Il francese dell'Aprilia,
alla sua terza vittoria in Gran Premio, dopo quelle conquistate a Barcellona
nel '99 ed a Welkom due anni fa, ha corso una gara accorta, addirittura
prudente si potrebbe dire, e dopo una buona partenza ed aver accumulato
un vantaggio salito sino a 12" ha controllato gli avversari aumentando
e diminuendo l'andatura a suo piacimento.
A movimentare la corsa, alle sue spalle, sono stati in diversi, ma fra
tutti merita attenzione il sedicenne Stefano Bianco (che ricordiamo debuttante
nell'ultimo GP di Stagione in Australia, due anni fa), riuscito a risalire
sino al terzo posto, prima di cadere. Risalito in sella è rientrato
in zona punti, ma una seconda scivolata l'ha definitamente fermato. Forse
poteva essere più prudente, ma in moto ci sa andare.
In queste condizioni, comunque, quel che conta è l'esperienza ed
infatti alla fine è emerso un manipolo di vecchie volte composto
da Giansanti, Poggiali, Ueda e Sanna. Aiutandosi l'un altro i quattro
hanno risucchiato Vincent fino a portarselo a tiro, ma evidentemente il
francese aveva del gas di riserva da gara e, come dicevamo, li ha controllati
agevolmente. Dietro ai cinque il migliore degli altri italiani è
stato Cecchinello, 9°, attardato da un fuoripista, che ha preceduto
Borsoi e Perugini. Quest'ultimo avrebbe potuto finire in sesta posizione,
ma un dritto all'ultimo giro ha penalizzato anche lui. |