il fatto 21/10/2001
- giorno di gare
Rossi a quota dieci, davanti a Capirossi
Sta finendo come è iniziato, il mondiale della 500: con Valentino
Rossi davanti a tutti. Merito di una Honda inarrivabile, certo, ma anche
di
gare corse con intelligenza. Senza più niente di grosso da conquistare,
infatti, il folletto di Tavullia ha avuto un avvio morbido e nei primi
giri della 500 si è accontentato di stare a guardare alle spalle
di Capirossi e McCoy e davanti a Roberts e Biaggi. Poi, dopo che quest'ultimo
è arrivato un po' lungo al rampino, tirando in terra con se il
californiano della Suzuki, Vale ha aumentato il ritmo, mandando rapidamente,
e facilmente, in crisi Mr. Derapata, che a quel punto si è accontentato
di controllare Capirossi, sempre molto spettacolare in sella alla sua
Honda, ma a volte poco efficace. Nel frattempo finiva in terra anche Kurtis
Roberts, con la Proton KR3: decisamente una giornata sfortunata per i
fratelli Roberts.
Tranquillo al comando Rossi ha tirato il giusto per non farsi raggiungere,
scavando un vantaggio di oltre quattro secondi sugli inseguitori.
A due giri dalla fine, non soddisfatto del terzo posto e con in mente
la possibilità di raggiungere Biaggi al secondo posto del mondiale,
Capirossi ha sferrato il suo attacco, passando l'australiano in frenata.
Una volta davanti Loris ha continuato ad attaccare, mentre Garry, a sua
volta, doveva difendersi dagli attacchi di Nakano. Con una sola gara alla
conclusione, quella di Rio, ora Max deve guardarsi da Capirossi, che lo
insegue con appena quattro punti di distacco.
Con la vittoria di Sepang Rossi ha raggiunto Surtess a 38 vittorie. Una
più di Biaggi ed una meno di Carlo Ubbiali.
Katoh,
un mondiale facile facile
Non c'è stata partita, nella 250. Partito in testa Daijiro Katoh
ha allungato subito prendendo un secondo al giro al suo unico avversario,
Tetsuya Harada che, non in giornata di vena, è rimasto a sbrigarsela
con Alzamora e Fonsi Nieto. Nel frattempo, al primo giro, da solo, è
caduto Roberto Rolfo. Una scivolata senza conseguenze che gli ha consentito
di tornare subito in sella, ma ha privato il bravo pilota torinese della
possibilità di superare Melandri in terza posizione nel mondiale.
Mentre Katoh, così, continuava la sua marcia trionfale verso la
decima vittoria, con Harada lontano, Alzamora perdeva la terza piazza
a causa di una caduta, lasciando Nieto a sbrigarsela con Locatelli. Nel
frattempo Rolfo risaliva la corrente, cercando di andare a riprendere
Melandri che, staccato di quasi cinquanta secondi, galleggiava in decima
posizione. L'aggancio avveniva a meno di due giri dalla conclusione quando,
passato De Puniet, Roby metteva finalmente le ruote davanti a Melandri.
Un punto d'orgoglio.
Elias, battuto, si fa da parte: ora tocca a Ui e Poggiali
Non ha sbagliato nulla, Toni Elias, al via della 125. E' scattato in testa
e, con l'aiuto del compagno di squadra, Pedrosa, ha cercato la fuga, subito
interrotta, prima del termine del primo giro, da Youichi Ui. Poggiali,
partito ottavo, è transitato invece sul traguardo in undicesima
posizione, dopo esser partito dalla seconda fila.
Con Ui al comando, in seconda posizione si è insidiato Gino Borsoi,
passato in testa al quinto giro, così che ad un terzo di gara a
lottare si sono ritrovati l'italiano dell'Aprilia, il giapponese della
Derbi, i due spagnoli della Honda e quindi Cecchinello, mentre più
staccati inseguivano Azuma, Gelete Nieto e Manuel Poggiali.
Una situazione che è durata pochissimo perché Ui, così
come in Australia, ha rotto subito gli indugi involandosi in testa alla
gara e spingendo forte, tanto che a sette giri dalla fine aveva quasi
cionque secondi di vantaggio. A quel punto, a provare ad inseguirlo, c'erano
le velocissime Aprilia di Cecchinello e Borsoi, con Poggiali fra di loro,
mentre le due Honda di Elias e Pedrosa arrancavano provando a non farsi
staccare. Punto sull'orgoglio Elias ha tirato fuori le sue doti migliori,
sfoderando un po' del suo repertorio, ma mentre Poggiali battagliava con
Cecchinello per il secondo posto, lui correva per il quarto contro la
veloce Aprilia di Borsoi e la Honda di Pedrosa. Evidentemente, però,
non era la sua giornata perché nella volata finiva addirittura
sesto, dando così addio alle residue speranze di vincere il titolo
proprio a causa del quarto posto di Pedrosa. Per Poggiali, però,
non è ancora il momento di fare festa. Grazie alla vittoria, infatti,
Ui è ora a meno 23 punti dal (quasi) compagno di marca. Se la giocheranno,
si fa per dire, in Brasile. |