La storia del circuito La cittadina di Le Mans è stata protagonista di eventi
motoristici su quattro ruote fin dal lontano 1906 ma il circuito che
oggi conosciamo risale "solamente" al 1923, quando ha ospitato
per la prima volta la mitica "24 Ore". Da allora ha subito
numerose modifiche man mano che l'originale tracciato stradale si
trasformava in una struttura permanente.
L'ultima è stata eseguita dopo l'incidente che è costato
la carriera ad Alberto Puig nel 1995 nella prima, terrificante curva
a destra dopo il rettilineo. Nella stessa occasione anche la curva
del Museo è stata modificata per ridurne la velocità.
Il circuito di Le Mans utilizza parte del tracciato della "24
Ore". Si parte dunque dal lunghissimo rettilineo dei box dove
in sesta si raggiunge la velocità massima oltre i 285 chilometri
orari verso la Dunlop Curve e la Dunlop Chicane che si affronta in
seconda marcia.
Subito dopo comincia una lunga serie di curve piuttosto lente mentre
il lungo rettilineo posteriore, dove si utilizza di nuovo la sesta
è interrotto da una variante sinistra destra sinistra che richiede
una frenata piuttosto impegnativa perché si passa da oltre
duecentosessanta chilometri orari a poco più di cento. Altre
due curve lente portano ad una doppia curva a destra, la "Double
Droit" che va percorsa con un'unica traiettoria e che porta al
rettilineo dell'arrivo.
Non è un circuito dei più veloci ma tutto un susseguirsi
di brusche frenate e successive accelerazioni dato che le curve sono
tutte molto corte. Qui è fondamentale avere una moto perfettamente
stabile in frenata e con una buona trazione in uscita di curva. Quest'anno
l'intero tracciato è stato riasfaltato.