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l'assetto - 22/5/2003
L'assetto a Le Mans
Le Mans è un tracciato formato da una serie di curve da prima e da seconda raccordate fra di loro da lunghi rettilinei, con solo qualche chicane ad interrompere il rettifilo verso il prossimo rampino.
Un disegno del passato che non crea troppe preoccupazioni ai tecnici, per quanto riguarda l'assetto.
La curva 3 e la curva 5 sono i punti più favorevoli ai sorpassi, per questo motivo lì si ricerca la massima stabilità in frenata, cosa non sempre semplicissima perché la forcella si comprime molto ma deve rimanere capace di assorbire le asperità dell'asfalto e nel contempo non squilibrare la moto a causa del repentino trasferimento di peso che avviene in staccata.
Il primo intervento che si effettua è quello di irrigidire la forcella in compressione, visto che le irregolarità dell'asfalto sono meno pronunciate rispetto a Jerez. Nel contempo si lavora sul ritorno, in modo che l'estensione sia controllata adeguatamente.
In generale a Le Mans si usano le molle delle forcelle più dure di tutto il mondiale, a testimonianza di quanto sul circuito francese siano brusche le decelerazioni.
Per evitare che nelle violente frenate il posteriore si alzi troppo, ingenerando instabilità, si cerca di tenerlo basso posizionando adeguatamente l'ammortizzatore, per tenere sotto controllo il centro di gravità ed impedire che la ruota posteriore si sollevi da terra.
Come sempre si tratta di trovare il compromesso migliore, perché più si cerca la stabilità in frenata, meno la moto risulta agile nei cambi di direzione. A Le Mans, comunque, l'esperienza dimostra che è più importante la decelerazione che la velocità nelle curve.
Del resto abbassando il centro di gravità della ruota posteriore, si peggiora la capacità del mezzo di tenere la traiettoria in uscita, così normalmente si utilizza una molla non troppo dura, ma con una forte pre-compressione, in modo da evitare che la moto si sieda e nel contempo offra una buona prevedibilità sullo stato dell'aderenza. Cosa che si ottiene lavorando sulla progressività della sospensione posteriore, attraverso i leveraggi, per far sì che il pilota dopo la piega possa rialzare la moto velocemente ed accelerare al massimo fuori dalle curve.

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