Melandri, un giorno da
fenomeno Melandri non si lascia sorprendere al via e scatta
al comando seguito da Gibernau, Hayden, Edwards, Elias, Rossi, Barros,
Tamada e Vermeulen, mentre Biaggi è 15°.
Dopo tre giri Macio è ancora saldamente al comando, davanti all’ex
caposquadra e ad Hayden, ma Rossi è già quarto a meno di
due secondi. In quinta posizione, invece, c’è Edwards davanti
ad Elias, Barros, Checa e Vermeulen.
Vedendo che Macio non riesce ad accelerare ulteriormente Gibernau lo passa
e va al comando. Può essere la scelta giusta, ma la sua leadership
dura appena un giro o poco più. Subito dopo, infatti, lo spagnolo
commette un errore e va largo. Non cade, ma quando rientra in pista è
quarto, alle spalle di Melandri, Hayden e Rossi. L’errore gli è
costato sette secondi.
Intanto viene esposta la bandiera nera per Ito, reo di aver anticipato
la partenza.
Subito dopo, con Melandri sempre al comando, Rossi salta Hayden in frenata,
mentre Gibernau alle sue spalle gira con i tempi dei primi. In quinta
posizione resiste Checa, davanti ad Elias, Barros, Edwards. Più
staccato è Tamada, quindi c’è Vermeulen, Jacque, Hopkins
e Biaggi, staccato di ventidue secondi.
Ad otto giri dalla fine le posizioni di testa sono immutate: Melandri
resiste alla pressione di Rossi, che a sua volta ha Hayden incollato nella
scia. Gibernau, invece, ha mollato e corre per la quarta piazza: il suo
vantaggio su Checa, del resto, è di oltre cinque secondi, un margine
di sicurezza. A sua volta lo spagnolo controlla Edwards, in lotta con
Barros, Tamada ed Elias. In decima posizione sfila Nakano, davanti a Vermeulen
e Biaggi.
A sei giri dalla conclusione nei box di Gresini regna il più assoluto
silenzio: il vantaggio di Macio su Rossi è stabile: due secondi
abbondanti. E’ il momento, per entrambi, di sparare tutte le cartucce
che hanno e quelle del ravennate fanno più rumore: a cinque giri
dalla fine il vantaggio di Melandri è infatti di due secondi e
tre. Ed aumenta ancora.
A due giri dalla fine Melandri è lontano sull’orizzonte di
Rossi: è a +3 e Valentino, che pure non molla, si arrende.
Melandri, quasi non ci crede, si gira per un attimo. Sicuro finalmente
della sua prima vittoria, mette la Honda su di una ruota e si concede
persino un Nac-Nac.
Stoner resiste a Pedrosa
Con ancora in mente l’esito del GP d’Australia Casey Stoner
scatta al comando, seguito da Lorenzo, De Angelis, Dovizioso, Aoyama,
Pedrosa e Barbera.
Intanto esce subito di scena De Puniet, con una plastica scivolata, imitato
poco dopo da Porto e quindi sa Sekiguchi.
Dopo cinque giri la situazione è praticamente immutata: Casey è
ancora al comando ma, piccola differenza, alle sue spalle ora c’è
Pedrosa, con De Angelis attaccato e seguito a sua volta da Dovizioso,
Aoyama e Lorenzo.
Per un po’ la gara va avanti senza cambiamenti, se si eccettua la
scivolata di Simone Corsi, all11° giro, mentre si trovava in undicesima
posizione. Nel frattempo però Pedrosa ha agganciato Stoner e la
coppia procede a passo di record lasciando indietro Aoyama che nel frattempo
ha avuto la meglio su de Angelis. In quinta posizione, ma staccato, insegue
Dovizioso, a sua volta non impensierito da Lorenzo.
A quattro giri dalla conclusione il vantaggio di Casey e Dani sugli immediati
inseguitori è di oltre otto secondi, mentre Dovizioso è
a meno sedici davanti a Lorenzo che lo insidia da presso.
Sono tre duelli separati, da seguire.
Quello per il primo posto se lo aggiudica Stoner, che chiude bene tutte
le porte prima della variante-parcheggio che precede il traguardo, il
secondo va a Koyama, che costringe De Angelis all’errore, mentre
Lorenzo brucia Dovizioso che chiude davanti a Barbera e a De Angelis,
ripartito dopo la scivolata.
Nessuno fa…Di Meglio, Luthi quasi mondiale
Kallio questa volta non si fa sorprendere e scatta al comando seguito
da Luthi, Gadea, Di Meglio, Talmacsi e Faubel. La leadership del finlandese,
però, è di breve durata, visto che a condurre passa subito
Di Meglio, mentre lo svizzero si mette in scia a Kallio.
Intanto finiscono fuori Faubel e Gadea mentre, nel frattempo, Luthi capisce
che è inutile perdere tempo con il francese e, al quinto giro,
si porta in testa alla gara.
La replica della coppia della KTM è immedita, così al sesto
giro Talmacsi passa a condurre davanti a Luthi, Kallio, Pasini e Di Meglio,
mentre più staccati seguono Koyama e Simoncelli.
All’ottavo giro Pasini rompe gli indugi e passa al comando. Per
un po’ Luthi prova a prendergli la scia ma è marcato stretto
dalla coppia della KTM, così il gruppetto si ricompatta con Pasini
che tira le fila della gara davanti a Kallio, Luthi, Di Meglio, Talmacsi
e Koyama. Lo sciame, comunque, non ha ancora trovato un suo leader naturale.
Al 13°, infatti, ripassa a condurre Di Meglio, con Kallio in scia
a sua volta davanti a Pasini, Luthi, Talmacsi e Koyama.
A cinque giri dalla fine il sestetto continua a spingere e, a sorpresa,
il primo a perdere un po’ il contatto è proprio Luthi. Il
leader del mondiale, causa un paio di errori, perde infatti il contatto,
comunque non molla.
A due giri dalla fine il gruppo è ancora compatto, ma Kallio e
Luthi, i due antagonisti, sono agli estremi opposti. E’ il momento
scelto da Luthi per tentare il tutto per tutto: ripassa in testa e prova
a scappare, Kallio si innervosisce, osa troppo e va in terra. La volata
se la giocano in cinque e la vince dDi Meglio davanti a Pasini e Koyama.
Luthi è quinto dietro anche a Talmacsi. Matematicamente lo svizzero,
a +23, non è ancora campione. Si tratta, comunque, di aspettare
due settimane.
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