Partirà in pole, e con un tempo "marziano", Valentino
Rossi a Sepang. Il suo giro veloce - 2.01.833 - non solo, ovviamente,
distrugge il suo record precedente, 2.02.480, ma anche il tempo-monstre
realizzato lo scorso inverno su questa pista da Nicky Hayden che, al mattino,
con il fresco aveva girato in 2.01.94.
Con una prestazione così (ottenuta utilizzando ben tre gomme da
tempo), ai suoi rivali, non è rimasto che limitare i danni. Alex
Barros, il rivale che si è avvicinato di più, ha fermato
il cronometro a poco meno di quattro decimi, mentre Nakano, con la Kawasaki-Bridgestone
è volato a meno di mezzo secondo. La conferma che, in questo momento,
le gomme sono veramente in grado di fare la differenza.
Gibernau, comunque, staccato appena di 0"450, si è dichiarato
soddisfatto, mentre Tamada, Hayden e Biaggi, hanno fatto i musi lunghi.
Se, però, Tamada è stato fermato dal traffico, il Corsaro
al contrario ha ricordato il suo tempo del febbraio scorso - 2.02.108
- grazie al quale sarebbe partito in prima fila.
La realtà, mormorata a mezza bocca all'interno dei box Honda, è
che le attuali Michelin non funzionino al meglio con la RC211V. All'indice
non è solo la nuova anteriore da 16,5, ma la combinazione dei due
pneumatici.
E il fatto che nessuno dei piloti alla guida della cinque cilindri abbia
migliorato i suoi tempi invernali, sembra confermare questa ipotesi.
Lo strano è che, complessivamente, non si può dire che l'evoluzione
della RC211V vada peggio della precedente: la velocità massima
raggiunta dalla Honda a Sepang è stata di 317,4 Km/h (Biaggi),
con una media di 316. La migliore Yamaha (quella di Checa), ha fatto 309,6
Km/h, mentre Rossi si è fermato a 308, con una media di 306,8.
E' evidente come la Honda, pressata dal confronto con Rossi, abbia lavorato
nella direzione sbagliata, realizzando una moto più veloce...ma
più lenta nelle mani dei suoi piloti che si lamentano apertamente
di perdere tempo in frenata, nell'impostazione di curva ed in uscita.
Preziosi decimi non recuperabili poi sul rettilineo.
Detto questo la gara, ovviamente, non si correrà sui record, ma
Valentino ha dalla sua anche un passo apparentemente fuori dalla portata
dei suoi avversari. Senza la penalizzazione del Qatar avrebbe avuto il
titolo in tasca, così, invece, dovrà sudarselo, ma comunque
vada a finire, se l'è meritato. Ha migliorato la moto, ha saputo
farsi seguire dalla squadra e dalla Michelin. Insomma, ha dettato legge.
Quest'anno il più forte è stato lui.
Porto rimane davanti, ma Pedrosa fa paura
Una pioggerellina sottile, ma insistente, ha congelato lo schieramento
di partenza della 250 ai tempi di venerdì. Fra i migliori l'unico
a fare un passo in avanti è stato Randy De Puniet, che ha centrato
il terzo tempo, ma solo grazie al fatto che nel primo turno di prove ufficiali
non era stato esaltante.
Un'occhiata più attenta all'ultima sessione cronometrata, comunque,
mostra che, nonostante il peggioramento della pista, il migliore è
sempre stato Pedrosa, l'unico a girare a 2.07.990.
Con il miglior tempo del giorno precedente, comunque, scatterà
dalla prima fila Sebastian Porto, che a Sepang si giocherà l'ultima
carta iridata. Nel suo orizzonte può esserci solo una vittoria,
ma avrà bisogno anche dell'aiuto di qualche avversario capace di
frapporsi fra lui e Pedrosa, per continuare a sperare.
De Puniet potrebbe essere fra questi, e magari anche De Angelis e Toni
Elias, rispettivamente quarto e quinto tempo, ma come nella 125, anche
nella 250 l'esito del mondiale sembra ormai scontato.
Dovizioso pronto per il match-ball
Ha tirato giù un bel secondino, e per i suoi avversari, Barbera
in testa, non c'è stato nulla da fare. Andrea Dovizioso, in pole,
non fa quasi più notizia, ma quando come a Sepang infligge al più
veloce degli inseguitori quasi nove decimi, beh, bisogna parlarne.
Daniel Pedrosa, che qui l'anno passato ha vinto gara e titolo ed oggi
spopola in 250, gli ha consigliato di tenere d'occhio le temperature,
perché il gran caldo, in Malesia, ai motori fa brutti scherzi.
Anche la Honda del forlivese, però, qui sembra in forma mondiale.
con 219,3, ha la migliore velocità di punta delle piccole, quindi
anche i rettifili, al pilota del team Kopron, non fanno paura.
Di fronte ad un Dovizioso così, è destino che tutti gli
altri, perlomeno in prova, abbiano fatto la figura di comprimari. Del
distacco rimediato da Barbera, abbiamo parlato, ma anche Stoner ha preso
oltre un secondo, così come Simoncelli che ha chiuso la prima fila.
In seconda il suo avversario, Lorenzo, vincitore del GP del Qatar, con
la Derbi, si è fermato a circa un secondo e tre, mentre Roberto
Locatelli, 7° tempo alle spalle della KTM di Kallio, ha patito un
distacco che sfiora il secondo ed otto. Una vita.
Dovrebbe, dunque, essere una semplice formalità, la gara di Andrea,
la prima in cui l'italiano ha un match-ball per il titolo.