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1°
classificato MotoGP V. Rossi |
1°
classificato 250 S. Porto |
1°
classificato 125 R. Locatelli |
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2°
S. Gibernau |
2°
D.Pedrosa |
2° C. Stoner |
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3°
M. Biaggi |
3°
M. Poggiali |
3°
H. Barbera |
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Rossi, doppio trionfo Ha vinto due Gran Premi in un giorno, Valentino Rossi, al Mugello. Un miracolo in sintonia, del resto, con il personaggio, visto che il GP d’Italia si è corso in due manche dopo che, quando mancavano appena cinque giri alla conclusione, il direttore di gara, su invito di Rossi che in quel momento era al comando, ha interrotto la sfida, causa un improvviso scroscio di pioggia, con Vale davanti e Gibernau, Biaggi, Barros, Melandri, Bayliss, Abe, Edwards, Xaus, Capirossi ed Hodgson nell’ordine. Il risultato di questa decisione – secondo regolamento – è stata una seconda partenza per una mini sfida su cinque giri nella quale i migliori si sono schierati sulla linea di partenza con gomme slick. Poiché, per la MotoGP, c’è sempre qualche divinità bizzarra che si annoia, subito dopo la seconda partenza uno scroscio di pioggia ha nuovamente bagnato la parte alta del circuito, rendendo la pista estremamente infida. Il risultato, più che un Gran Premio, è stata una gara di pattinaggio sul ghiaccio nella quale, nelle prime due tornate, si sono messi in mostra Bayliss e Xaus, non a caso entrambi abituati alla bagarre della Superbike. I due Ducatisti, però, si sono divertiti solo fintantoché Rossi non ha deciso di riprendere il comando delle operazione e Gibernau e Biaggi si sono svegliati andandogli dietro e chiudendo la fuga nell’esatto ordine della prima manche. Da segnalare, la meravigliosa primissima parte della gara di Makoto Tamada, a lungo impegnato in un testa a testa con Rossi prima del ritiro, causato da una forte vibrazione sulla ruota posteriore. Un campanello d’allarme che probabilmente non ha avvertito Shinja Nakano che, al 13° giro, ha perso il controllo della sua Kawasaki in pieno rettilineo a 300 Kmh, probabilmente a causa dell’esplosione della gomma posteriore. Un pauroso incidente, fortunatamente conclusosi senza alcuna conseguenza. Un vero miracolo visto che Shinja si è fermato, dopo una scivolata in terra di 300 metri, a pochi centimetri dal muretto esterno. Per la cronaca, entrambi i giapponesi erano in gara con pneumatici Bridgestone. Un campanello d’allarme dopo incidenti simili, protagonisti ancora Tamada e poi Roberts, durante i test invernali di Sepang. A Porto la vittoria, a de Puniet la beffa |
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