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L'assetto al Mugello Su un circuito come quello appena descritto bisogna avere una moto
estremamente ben bilanciata, per vincere, e non è un caso se
proprio il Mugello sia il tracciato di elezione di alcune case che hanno
deciso di utilizzarlo proprio per lo sviluppo dei loro mezzi. Particolarmente importante è un assetto che consenta di sfruttare al massimo la prima curva dopo il lungo rettilineo, la cui velocità di uscita influenza la serie di esse successive. Se circuiti come quello di Le Mans richiedono un avantreno estremamente
solido, per via delle brusche frenate, questa particolarità è
meno richiesta al Mugello, dove peraltro l'asfalto è assai meno
sconnesso. Il risultato è che si possono utilizzare molle più
tenere e soprattutto un ammortizzatore meno frenato in compressione.
L' importante è riuscire a far mantenere la corretta traiettoria
in accelerazione alla moto in uscita, evitando che il posteriore si
"sieda" sotto l'effetto delle forti accelerazioni e della
forza centrifuga che si fa sentire, per esempio, nella famosa doppia
curva dell' "Arrabbiata", dove la sopraelevazione consente
elevate velocità di percorrenza. |
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