il fatto 17/8/2003
- giorno di gare
Rossi batte anche Gibernau
E' sempre una Ducati a scattare per prima al comando della classe
regina. Questa volta addirittura quella di Bayliss, che partiva addirittura
dalla seconda fila. Subito dietro di lui si sono infilati Rossi, Biaggi
e Gibernau, inseguiti poi da Capirossi, Checa, Hayden, Barros, Ukawa e
Melandri, scattato anche lui bene dalle retrovie.
Con Troy e la Desmosedici davanti la vita si è immediatamente complicata
per il terzetto della Honda, messa alle corde dal potentissimo motore
della Rossa.
Così dopo otto giri erano ancora uno nella scia dell'altro Troy,
Vale, Sete, Max e Loris, mentre leggermente più staccati cercavano
di non perdere il treno Checa, Hayden, Barros ed Ukawa, con Melandri scivolato
progressivamente alle spalle anche di Jacque ed Edwards.
Due giri dopo all' 11° passaggio Rossi aveva la meglio su Bayliss,
passato subito dopo anche da Gibernau, mentre Biaggi, in difficoltà,
cedeva improvvisamente dapprima a Capirossi e quindi anche a Checa.
Il Corsaro, comunque, non era l'unico in ambascie: con due Honda e due
Ducati a darsi battaglia, incredibilmente anche Rossi doveva cedere momentaneamente
la testa della corsa. Resosi però conto di rischiare il volatone
finale Vale simetteva il naso nella carenatura e passava nuovamente al
comando. L'unico a resistergli era il solito Gibernau, così mentre
Capirossi si rialzava improvvisamente per un problema meccanico fermandosi
poi a bordo pista, Sete saltava Rossi e tentava la fuga.
Sembrava quasi riuscirgli, il colpaccio, allo spagnolo, ma il pesarese,
da troppo tempo in astinenza, replicava con un ultimo giro letteralmente
da favola, sverniciandolo in staccata e facendo suo il giro più
veloce, in 1.59.966, bruciando Gibernau sul traguarfdo per appena 42/1000
di secondo.
Inevitabile, alla fine, la scenetta del suo fan club: incatenato alla
palla di ferro da due amici vestiti da carcerati
condannato alla
vittoria?
De Puniet beffa Elias e Poggiali
Sono partiti uno nella scia dell'altro, Poggiali, De Puniet, Elias, Rolfo
e Fonsi Nieto e non sono stati sufficienti i primi, confusissimi, giri
di gara a dividerli. Quattro Aprilia ed una Honda, in una ridda di cambi
di posizioni, finché Toni Elias ha dato una scossa al gruppo andando
al comando. A quel punto solo Poggiali e De Puniet sono stati in grado
di tenere il ritmo, mentre Rolfo ha mollato lentamente, senza cedere,
come ha invece fatto Fonsi Nieto, inseguito a sua volta da Porto, Battaini
e Guintoli.
Con lo spagnolo in testa il terzetto ha preso il volo e resosi conto che
era il momento giusto, Poggiali ha attaccato, andando al comando e dettando
il ritmo di gara.
Se pensava di aver la gara in mano, a questo punto, Poggiali però,
ha sbagliato tutti i calcoli perché, al contrario, la corsa vera
è iniziata in quel momento.
Il terzetto, infatti, a pochi giri alla conclusione ha iniziato a fare
l'inferno. Gli scambi di posizione sono stati continui, grazie alla varietà
di traiettorie offerte dal circuito di Brno. L'eccessiva prudenza mostrata
nella prima parte del Gran Premio, però, alla fine non ha pagato,
per il pilota di San Marino, che si è trovato improvvisamente invischiato
alle spalle di Elias, mentre De Puniet è stato bravissimo a togliersi
di mezzo prendendo un vantaggio minimo che è stato comunque sufficiente
a permettergli di vincere senza rischiare troppo. Quarto, ad oltre cinque
secondi, ha concluso invece Rolfo, segno che senza cavalli difficilmente
si va sul popio in un circuito come Brno, mentre Nieto, Battaili e Guintoli
hanno finito nell'ordine.
A sei gare dalla conclusione del campionato, dunque, Poggiali continua
a mantenersi in testa al mondiale, con 145 punti, nove di vantaggio su
Nieto, dieci su Rolfo ed appena quindici su De Puniet. Decisamente il
trono della 250 è lontano dall'essere assegnato.
Pedrosa controlla Perugini
Se la sono litigata in sei, la vittoria del GP della Repubblica Ceca:
Jenkner, Luthi, Pedrosa, De Angelis, Cecchinello e Perugini. Con Pedrosa
il testa il gruppo non si è sfilacciato così, com'è
sua consuetudine, il veloce pilota spagnolo ha preferito osservare la
gara dall'interno della mischia, lasciando a De Angelis il ruolo di battistrada,
ruolo che il piloota di San Marino ha tenuto sino all'ottavo passaggio,
quando il suo motore ha avuto un improvviso calo di potenza che lo ha
fatto retrocedere. E' stato, questo, il primo colpo di scena: subito dopo,
infatti, è scivolato Cecchinello (causa rottura dell'albero motore)
e Jenkner, alle sue spalle, non ha potuto evitare di essere coinvolto
nell'incidente.
A questo punto, a nove giri dalla fine, Daniel Pedrosa ha allentato le
redini della sua Honda tornando al comando, questa volta con Pablo Nieto,
Perugini, Luthi e Dovizioso in scia.
Il tempo di contarli e Nieto e Luthi incappavano in una caduta simile
alla precedente, togliendosi di mezzo e lasciando Pedrosa e Perugini a
giocarsi la partita, mentre Dovizioso lottava per il terzo posto con Barbera
davanti alla sorpresa Kallio, quinto con la KTM, e De Angelis in grande
rimonta. Una rimonta inarrestabile perché a due giri dalla fine
della gara in sanmarinese saltava gli avversari insediandosi in terza
posizione, mentre nel frattempo Pedrosa allungava su Perugini che non
riusciva a replicare accontentandosi del secondo posto.
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