il fatto 20/10/2002
- giorno di gare
Rossi, 50 di questi giorni
Non è stato semplice, ma ce l'ha fatta. Dopo esser
stato battuto da Barros a Motegi, Valentino Rossi, che non saliva sul
gradino più alto del podio da due Gran Premi, si è preso
la rivincita a Phillip Island, cogliendo il 50° successo della sua
carriera. Partito in seconda fila, con il settimo tempo, la prima guida
della HRC ha subito un po' il brasiliano nella prima parte della gara,
poi l'ha raggiunto ingaggiando con lui un bel duello conclusosi solo all'ultimo
giro quando Barros, tradito anche lui dalla frizione, è stato costretto
a fare un dritto in staccata che perpoco non gli è costato il podio,
visto che alle sue spalle inseguivano Ukawa, Kato e Van Den Goorbergh.
E' stata, quella australiana, una gara strana, visto che per la prima
volta moto a due tempi ed a quattro tempi hanno combattuto assieme. In
particolare la Yamaha con Biaggi ha dovuto faticare sette camicie per
liberarsi della Proton-KR3 di Nobuatsu Aoki, che pure perdeva venti chilometri
all'ora sul dritto. Il vento, ma anche la conformazione della pista, hanno
rivitalizzato i 2T, come ha dimostrato lo stesso Garry MkcCoy che, dopo
esser stato costretto a fermarsi per sostituire la sua gomma posteriore
Dunlop, completamente andata, è rientrato in pista tenendo, da
doppiato, tranquillamente il passo di Rossi e Barros. Sfortunato , invece,
è stato Capirossi, costretto al ritiro da un problema alla forcella.
Melandri, titolo in volata
Sette millesimi hanno separato, all'arrivo, il nuovo campione del mondo
della 250, Marco Melandri e Fonsi Nieto. Un finale inevitabile, visto
che i due piloti in questa decisiva gara della stagione si sono equivalsi
e gareggiavano su una identica moto. Non hanno avuto rivali, nel GP d'Australia,
l'italiano e lo spagnolo. Davanti a tutti, fin dai primi giri, Marco e
Fonsi hanno fatto una gara solitaria, lasciandosi ben presto alle spalle
Porto, Roberto Rolfo e Toni Elias, in difficoltà per la caduta
di sabato.
E' stato un Gran Premio teso, quello di Phillip Island, per la posta in
ballo e quando, a due giri dalla conclusione, Nieto e Melandri sono passati
davanti alla linea di partenza con l'identico tempo, 1.34.251, si è
capito che l'ultimo giro sarebbe stata una volata di stampo ciclistico
e così è stato. Fonsi ha scelto la ruota posteriore di Marco
per portare il suo attacco, ma la scelta del tempo non è stata
ottimale e quando è uscito dalla sua scia lo ha fatto con una frazione
di ritardo. Lo stesso che gli ha fatto perdere la gara consegnando matematicamente
il titolo all'avversario.
E', questo, il diciottesimo titolo mondiale conquistato dall'Aprilia ed
ottenuto grazie alla 139esima vittoria. La ottantesima in 250.
Poggiali mette in fila le Aprilia
Aveva una sola possibilità di mantenere vive le sue speranze di
continuare la caccia al titolo, Manuel Poggiali: doveva vincere. E lo
ha fatto. Ci è riuscito grazie ad una gara eccezionalmente determinata
e grazie anche al fatto che benché circondato dai piloti Aprilia,
nessuno ha fatto il gioco di squadra in favore di Vincent che, finendo
al quarto posto, ha perso ben dodici punti nei confronti del rivale della
Gilera che ora insegue, mentre manca un solo Gran Premio alla conclusione,
con appena otto punti di svantaggio.
Il più veloce in pista, a Phillip Island, comunque, era Cecchinello,
che ha perso la volata quando ha commesso un piccolo errore all'ultimo
giro, mentre De Angelis, con loro fin quasi alla fine, è stato
tradito da un problema meccanico che ha permesso a Pablo Nieto di salire
sul podio davanti ad Arnaud Vincent e Daniel Pedrosa. Sesto ha concluso
Simone Sanna, mentre una grande gara ha fatto anche - tenendo conto del
mezzo a sua disposizione - Stefano Perugini, 12° alle spalle di Ballerini
e Dovizioso. |