l'assetto - 18/10/2002
L'assetto a Phillip Island
La natura veloce del tracciato di Phillip Island piace alla maggior
parte dei piloti, anche perché la conformazione della pista rende
possibili e facili i sorpassi, cosa che porta spesso ad avere gare molto
combattute. Con questa particolarità in mente l'assetto della
moto è puntato nell'ottenere una facilità nei cambiamenti
di direzione ed una buona accelerazione, piuttosto che la stabilità
in frenata. Una cosa piuttosto ovvia considerando il fatto che c'è
un solo punto in cui si effettuano brusche decelerazioni, la curva Honda.
Phillip Island è anche famoso per offrire una grande varietà
di angolazione delle curve. Ce ne sono sia con camber negativo che positivo,
una cosa che comporta la necessità di una particolare attenzione
nel settaggio della sospensione posteriore che deve offrire una buona
corsa, per ottenere prevedibilità nella trazione, senza effetti
di "pompaggio" quando il pilota apre del tutto il gas all'uscita
della curva ancora in appoggio, o peggio si "sieda" determinando
un brusco trasferimento di carico sul posteriore.
Quando ciò accade il risultato è un alleggerimento dell'avantreno,
che porta all'indesiderato fenomeno del sottosterzo. Poiché non
si può indurire più di tanto la sospensione posteriore,
altrimenti nell'uscita dalle curve lente e medie la ruota anteriore
tende a "galleggiare" sull'asfalto, la soluzione è
utilizzare una molla abbastanza morbida, lavorando sul precarico dell'ammortizzatore
per evitare che questo si sieda. Una soluzione simile va cercata anche
per la forcella, per equilibrare la moto. Troppo dura ed il pilota non
riceverebbe il necessario feedback dal pneumatico anrteriore, troppo
tenera e riuscirebbe difficile tenere la moto alle alte velocità.
Questo lavoro fine sulla sospensione è necessario perché
l'asfalto di Phillip Island è sconnesso in alcuni dei punti più
veloci.
Anche la scelta delle gomme è cruciale sul tracciato australiano.
A causa dei bruschi cambiamenti di temperatura può essere necessario
variare la scelta della mescola, sempre senza perdere di vista il fatto
che a Phillip Island si rimane a lungo piegati sul lato sinistro della
gomma, cosa che comporta un innalzamento localizzato della temperatura.
La sfida è quella di trovare aderenza e longevità sulla
sinistra dello pneumatico, senza compromettere l'aderenza sul lato destro
con una mescola troppo dura.